Tornano finalmente i campi di impegno e formazione, l'iniziativa a cura di Libera dedicata ai beni confiscati alle mafie. Dopo due anni di pausa, a causa della pandemia, ecco che la manifestazione riparte. Lo fa scegliendo un luogo importante: Corleone. Proprio dall'Alto Belice Corleonese, grazie alla collaborazione tra Libera, Libera Terra e Cgil di Palermo, il cantiere della legalità riapre dal 29 agosto al 4 settembre. Vedrà la partecipazione di giovani e meno giovani provenienti da tutta Italia.

Il progetto, spiega proprio Libera, è "finalizzato alla valorizzazione e alla promozione del riutilizzo sociale dei beni confiscati e sequestrati alle mafie, nonché alla formazione dei partecipanti sui temi dell'antimafia sociale e alla conoscenza dei territori coinvolti, attraverso specifici momenti di impegno concreto in collaborazione con gli attori sociali dell'associazione".

Nel particolare, saranno 12 i campisti che prenderanno parte all’iniziativa, resa possibile grazie alla collaborazione con la Cgil e lo Spi Cgil  Palermo. A partire dal 29, come detto, i partecipanti saranno ospiti della cooperativa Pio La Torre – Libera Terra presso l’Agriturismo Terre di Corleone. Si tratta di un bene confiscato alla mafia in contrada Drago, che dista sette chilometri dal centro urbano del paese.

Durante il corso della settimana, quindi, i ragazzi avranno modo di conoscere l’attività di valorizzazione dei beni confiscati condotta dalla cooperativa e la bellezza restituita a questi grazie al suo lavoro. Al contempo avranno la possibilità di vivere e conoscere la storia di Corleone, con il ruolo di riferimento che ha sempre avuto per l’intero territorio e la sua travagliata evoluzione sociale inevitabilmente influenzata dalla presenza della mafia. Alla quale, però, si è sempre contrapposto un solido movimento antimafia con l'obiettivo di rivendicare i diritti per i più deboli.

A illustrare l'iniziativa è il responsabile del campo, Francesco Citarda: “Vogliamo che i partecipanti tocchino con mano e vedano con i propri occhi quali sono i benefici concreti che il riutilizzo sociale dei beni confiscati può comportare per il territorio e la comunità - afferma -. Vogliamo che comprendano che i corleonesi sono un popolo, non una cosca mafiosa. Un popolo che ha sempre lottato contro la mafia rivendicando diritti. Gli stessi diritti, in primis il lavoro, che Libera Terra vuole generare grazie al riutilizzo sociale dei beni confiscati”.

“È significativo un campo di impegno e conoscenza a Corleone, dove nel 1996 sono state raccolte le prime firme a sostegno di una legge per l’uso sociale dei beni confiscati". Lo dicono Mario Ridulfo, segretario generale Cgil Palermo, Dino Paternostro, responsabile dipartimento Legalità e memoria storica, e Cosimo Lo Sciuto, segretario della Camera del lavoro di Corleone. "È importante - proseguono - organizzarlo nel nome di Pio La Torre, padre della legge che ha introdotto il reato di mafia e la confisca dei beni di provenienza illecita".

Da parte sua, dunque, la Cgil "partecipa con interesse e sostiene con grande convinzione queste iniziative di antimafia sociale e indica nel lavoro legale e sicuro, nella giustizia sociale e nello sviluppo la strada da continuare a percorrere per dare un futuro alla nostra terra”.