Sono passati trent’anni da quando la mafia di Totò Riina fece saltare in aria, a Capaci, un pezzo dell’autostrada che da Punta Raisi porta a Palermo. E mancano pochi giorni al trentesimo anniversario della strage di via D’Amelio sempre per mano mafiosa. Morirono i giudici Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e con loro gli uomini e la donna di scorta. Erano tutti costruttori di legalità.

A tre decenni di distanza Cosa Nostra non fa più stragi ma non è meno pericolosa. Anzi, infiltra e inquina l’economia del Paese, cerca di condizionare scelte e indirizzi della politica. Ma, come diceva Falcone: “La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà una fine”. Ma la fine va costruita, occorre allora realizzare strategie che ne limitino il raggio di azione fino a neutralizzarlo. E occorre farlo insieme. La Confederazione di Corso d’Italia, da sempre in prima linea nella costruzione della legalità, basti pensare al tributo di sangue versato dai sindacalisti uccisi per mano mafiosa o alla strage di Portella della Ginestra, si confronta con quanti sono in prima linea nel contrastare la criminalità organizzata.

Insieme per la legalità è il tema dell’iniziativa che si terrà mercoledì 13 luglio dalle 15 alle 17 in diretta su Collettiva. I temi del confronto saranno introdotti da Giuseppe Massafra, segretario nazionale della Cgil. Intervengono Luciana Lamorgese, ministra dell’Interno; Giuseppe Busia, presidente Autorità Nazionale Anticorruzione; Giovanni Melillo, Procuratore Nazionale Antimafia e Anticorruzione; Maurizio Landini, segretario generale della Cgil. Coordina Luciano Silvestri, responsabile Legalità e Sicurezza Cgil.