Due spine nel fianco, inamovibili. Questo, sono trasporti e rifiuti per tutti i romani. Passano gli anni, si avvicendano le amministrazioni locali, si rinnovano i manager, ma il quadro non cambia. Anzi, talvolta peggiora. Se n'è avuta conferma ieri, all'atto della presentazione dello studio messo a punto dalla Cgil di Roma e Lazio, in collaborazione con la Federconsumatori regionale, dedicato per l'appunto al monitoraggio dei servizi pubblici, focalizzando l'attenzione sui due grandi mali che affiggono da sempre la capitale.

"Negli ultimi anni, abbiamo avviato un'indagine periodica sullo stato dei servizi a Roma - spiega Giulio De Angelis, della Cgil di Roma e Lazio -. L'obiettivo è quello di mettere in correlazione il livello di qualità percepito dai cittadini con la qualità e lo stato di salute dell'organizzazione del lavoro, in questo caso dentro Atac e Ama, le due partecipate preposte all'erogazione dei due principali servizi, che scontano anni particolarmente negativi, tanto che siamo stati costretti a organizzare uno sciopero di fronte all'immobilità delle due aziende".

Il risultato che scaturisce dall'indagine è quello di un livello dei servizi considerato insufficiente dai romani. Lo testimonia il voto espresso in pagella dal campione di 823 intervistati: 5,1 per il trasporto pubblico, che diventa ancora più severo sulla raccolta dei rifiuti, 4,8. Entrambe le percentuali non fanno che confermare i voti del 2021, rispettivamente 4,9 e 4,4. Ma il dato che fa più riflettere sono le previsioni dei cittadini per il futuro: prevale la rassegnazione per il 50,5% degli utenti, che credono che la situazione resterà invariata, mentre sono più pessimisti 32,1 romani su cento, che ipotizzano addirittura un peggioramento della situazione. Solo per il 17,4% il quadro migliorerà. Anche qui, cifre sostanzialmente invariate rispetto all'indagine dell'anno scorso. 

Insomma per gli abitanti il trasporto rimane troppo lento, affollato e poco pulito. In una giornata media, quasi il 90% degli utenti impiega oltre un'ora - fra andata e ritorno - sui mezzi pubblici e oltre il 75% resta in attesa per un tempo che va dai 20 minuti all'ora circa. Un dato impressionante, risulta la diminuzione dell'utilizzo dei mezzi pubblici, sceso di quasi il 30% negli ultimi anni. Per la raccolta rifiuti il risultato è ancora peggiore. Per circa il 70% degli interpellati, la principale criticità che viene riscontrata è la frequenza della raccolta, valutata ancora troppo scarsa, con la conseguenza che i cassonetti restano pieni. Un aspetto positivo, soprattutto nel servizio di trasporto, è invece il prezzo del biglietto, considerato sufficiente dalla maggioranza dei romani. 

"Malgrado il pessimismo espresso sulla qualità dei servizi - osserva Valeria Caporio, della Federconsumatori del Lazio -, dove nessuna funzione svolta raggiunge la sufficienza, gli abitanti manifestano grande interesse e reale partecipazione alla vita cittadina al fine di migliorare le cose. Così come i lavoratori delle due partecipate esprimono tutto il loro disagio e malessere per la propria attuale situazione lavorativa, Questo, il quadro, che non è cambiato dal 2020 a oggi, malgrado l'avvenuto cambio di amministrazione dell'anno scorso".

Se n'è avuta conferma dagli interventi di due lavoratrici, intervenute alla presentazione del dossier. "Ci vuole un cambio di passo nell'erogazione del servizio - sostiene Samanta Iaria, operatrice ecologica di Ama -. Da trent'anni facciamo il servizio a mano per quanto riguarda l'organico e il vetro. Malgrado il rinnovamento operato con l'introduzione di nuovi cassonetti, mancano 700 nuovi bidoni per la raccolta. La transizione ecologica passa da noi, ma poi ci vogliono gli impianti per il riciclo. Il termovalorizzatore non è la soluzione. E c'è sempre carenza di organico. Sono state fatte 600 nuove assunzioni, a fronte però di duemila pensionamenti. Il turn-over funziona solo per i vertici aziendali, che cambiano di continuo".

Laura Moscetti, sta da più di vent'anni all'Atac in qualità di autista: "Il mio lavoro è diventato imprevedibile, nel senso che non sai mai se il mezzo, che ti è stato assegnato all'alba, ti assisterà per tutta la giornata. Efficienza e sicurezza dei mezzi non esistono più, perché essendo pochi e vetusti, sono sempre in servizio e non vengono revisionati. E il problema non è del guidatore che non vuole lavorare, come ci urlano e insultano molti utenti ogni mattina, ma dei manager che non sanno dirigere. A noi dipendenti ci lesinano pure le ferie, perché siamo già pochi in servizio. Non mi sorprende la diminuzione dell'uso dei mezzi pubblici: di fronte all'inferno di bus stracolmi e maleodoranti, chi può prende l'auto privata".

I dati dello studio Cgil sono la conferma del malessere che vige in tutto il trasporto pubblico romano, secondo Roberto Scacchi, di Lega Ambiente del Lazio. "Da quindici anni, pubblichiamo il dossier 'Pendolaria', dove evidenziamo tutte le carenze e le disfunzioni dei servizi. Di recente, abbiamo concentrato l'attenzione sulla 'Roma Lido', la ferrovia più frequentata d'Italia. Se vai a leggere i dati, ti prende lo sconforto: quindici treni, che dovrebbero essere trenta, ma funzionanti solo tre-quattro al giorno. Non sorprende,che gli utenti siano passati in poco tempo da 90.000 a 30.000, e che siano destinati a scendere ancora di più. Altra 'perla', la Roma Viterbo: su 180 corse, almeno cento saltano quotidianamente. Per non parlare delle carrozze in circolazione, la cui totalità ha più di quindici anni".

Che il trasporto non sia al passo coi tempi e con le nuove tecnologie se n'è avuta conferma dall'intervento di Mauro, un cittadino disabile che utilizza spesso la Roma Lido: "Quella linea è uno scandalo infinito. Non funzionano gli ascensori, spesso si bloccano pure le padane, come mi è capitato l'ultima volta che l'ho presa, allorquando ho dovuto aspettare 45 minuti per il passaggio di un convoglio idoneo. Prendere il treno in queste condizioni è una discriminazione pura, impossibile anche per una persona 'normale', figuriamoci per uno come me".     

Giancarlo Cenciarelli è il segretario generale della Fp Cgil di Roma e Lazio ed è intervenuto sulla situazione all'Ama. "A Roma si raccolgono rifiuti h24 e non si concentra il servizio in determinate ore, come avviene altrove, soprattutto per la mancanza di programmazione e cattiva organizzazione del lavoro da parte della partecipata, che non ha un piano industriale ed è indietro di almeno trent'anni rispetto alle aziende delle altre capitali europee. In tal modo, oltre ad alimentare il caos, si rendono più disumane le condizioni degli operatori. Registriamo una piccola percentuale di miglioramento del servizio, ma per passare dall'emergenza alla normalità ci vogliono investimenti: per almeno 2.000 assunzioni, per sostituire il parco mezzi - per il 60% inidoneo e obsoleto -, per installare più cassonetti e far fronte all'eccedenza di rifiuti, cresciuti anche in seguito al boom delle vendite online". 

"Il problema di fondo è l'assenza di una visione politica - dice Eugenio Stanziale, segretario generale della Filt Cgil di Roma e Lazio - e riguarda anche il senso della democrazia. Con la nostre iniziative, noi cerchiamo di costruire un rapporto proficuo fra lavoratori e cittadini, perché il tpl è un diritto soprattutto per le fasce deboli. E non parlo solo di Atac, ma anche di Cotral, ferrovie concesse, Roma metropolitane, che sta chiudendo e non si capisce perché. Nostro obiettivo è ricostruire un servizio di qualità per tutti i cittadini, per colmare il gap infrastrutturale che dura da trent'anni. Roma ha bisogno di un grande cambiamento, innanzitutto normativo, sapendo che la mobilità vive di scelte urbanistiche che non si sono fatte o che vanno riviste. Non è possibile avere percorsi di bus che durano due ore da un capo all'altro della città. C'è bisogno di ripensare tutto il modello attraverso la creazione di un'agenzia unica della mobilità, avviando un dialogo fra Regione e area metropolitana che manca, sapendo che il 90% dei collegamenti riguarda Roma e il resto del Lazio". 

"Noi lavoriamo per Roma, gli altri se ne facciano una ragione - ha concluso Natale Di Cola, Cgil di Roma e Lazio -. La questione è che le cose, così come sono, non vanno bene. Come Cgil, siamo l'unico soggetto che ha delle proposte che puntano al cambiamento e a superare lo status quo attuale. Ad esempio, a proposito di Atac e Ama, proponiamo di superare il modello municipalizzato e di creare due nuovi soggetti industriali. Ma siamo contro, come vorrebbe qualcuno, l'abbandono del pubblico lasciando tutto al privato, che fa profitti. Il problema è che vogliamo un nuovo modello di sviluppo e non aziende sgangherate, come sono oggi Atac e Ama. La nuova amministrazione Gualtieri finora ci ha profondamente deluso: la fase di studio è finita, ma ci chiamano solo per la gestione delle emergenze, non si confrontano con noi sui progetti, che rimangono nei loro cassetti o forse neanche ci sono. Eppure, c'è tanto da fare e anche i cittadini, come documenta la nostra iniziativa, vogliono il cambiamento all'insegna del miglioramento della qualità dei servizi, sapendo che è questa la strada per diminuire le diseguaglianze e anche per rendere più dignitoso il compito dei lavoratori".