“Non appena il ministero degli Interni ha aperto alla possibilità di rendere gratuiti i tamponi per le maestranze del porto, abbiamo invitato i lavoratori a tornare alle proprie attività”. Michele Piga, segretario generale della Cgil di Trieste, rievoca ai microfoni di Collettiva i giorni di proteste, polemiche e blocchi ai varchi del porto cittadino.

Una protesta politica. Le sigle dei trasporti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl lo hanno dichiarato fin da subito, con il risultato che la stragrande maggioranza dei lavoratori sono presto tornati alle proprie attività. La protesta però è continuata intrecciandosi con numerose realtà del Nord-Est, che hanno cavalcato per i propri scopi la discussione in corso tra i lavoratori sulla fruibilità dei tamponi all'interno del porto e il costo dei dispositivi per gli addetti non vaccinati.

Una questione culturale? “Sul nostro territorio – prosegue Piga – siamo giunti al licenziamento del green pass in un contesto di scarsa adesione alla campagna vaccinale. Un risultato attribuibile, dal mio punto di vista, anche allo scarso impegno profuso dalle istituzioni regionali”. In una città multiculturale e multietnica come Trieste, il confronto con la vicina Slovenia è repentino: al di là del confine, da pochi giorni è stato superato il 50% di adesione alla campagna vaccinale, con l’emergenza covid vertiginosamente tornata ai massimi livelli con un pericoloso esaurimento dei posti nelle terapie intensive.

Le occasioni del Pnrr. “Sono convinto che quella delle ultime settimane sia stata una cattiva pubblicità per tutti – sottolinea il segretario della camera del lavoro –. Il nostro impegno mira a promuovere una discussione sul rilancio del porto e della manifattura collegata allo scalo. Il recovery plan ci offre grandi opportunità: da una parte c'è un porto internazionale che sta lavorando in maniera molto positiva, dall'altra – evidenzia Piga – la crescita dei traffici sta trainando nuovi investimenti. È un aspetto fondamentale in una città in cui il pil dell'industria è ai minimi termini. I nuovi investimenti – conclude – potrebbero fornire risposte attese da tempo in termini occupazionali, economici e di sostenibilità ambientale".

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