"Come va…va… un gran casino... oggi abbiamo praticamente chiuso anche le sedi per evitare che si ripetesse il dramma di ieri. In questo momento non piove, ma il cielo è nero. Anche ieri mattina non pioveva, poi nel pomeriggio c’è stato questo grande nubifragio". È sconfortato il segretario generale della Cgil di Catania, Carmelo De Caudo, poche ore dopo il disastro che ha messo in ginocchio la città il centro storico, e i paesi della cintura urbana. La provincia etnea è sott'acqua. Sott'acqua la Pescheria, l'antico mercato del pesce in piazza Duomo.

(Video ieri davanti alla Pescheria in piazza Duomo)

Sott'acqua l'Ospedale Garibaldi Nesima. La notte di tregua non lascia tranquilli perché le nubi si addensano ancora sopra al capoluogo, ma si teme sia solo una pausa. Una pausa nel disastro che ha già fatto due vittime e una signora dispersa per cui ci sono poche speranze.

(Video ieri all'interno dell'Ospedale Garibaldi Nesima)

La mattina dopo si cerca di contare i danni. "In molte sedi abbiamo subito infiltrazioni d'acqua, ma tutto sommato le nostre strutture hanno retto, anche perché l'emergenza si è verificata in centro - racconta il segretario della Cgil -. Certo, in molte zone le camere del lavoro, essendo al piano terra, sono state colpite".

Il sindacato denuncia da tempo i pericoli connessi al cambiamento climatico. "Quello che è successo qui in poche ore lo dimostra. Ormai è una realtà sotto gli occhi di tutti. Il clima è impazzito e la Sicilia si sta tropicalizzando".

(La violenza dell'acqua in una strada di Catania)

Altra nota dolente, sulla quale la Cgil si batte da tempo, quella della gestione del territorio. "È chiaro che tra le cause c'è anche la mancata manutenzione preventiva sui canali di gronda, ad esempio, e la cementificazione selvaggia. Paghiamo il dazio per le scelte sbagliate fatte in questi anni".

La Cgil non è stata a guardare e fin dalle primissime ore ha tentato di dare un aiuto concreto. "Ci siamo attivati sin da subito, anche con le associazioni collegate. Una di queste, che collabora con l’Auser e si occupa del sostegno ai senzatetto, ha messo immediatamente in campo un’unità mobile fornita dal comune per togliere queste persone dalla strada e concentrarle in strutture sicure. Molti hanno aderito, ma molti altri hanno scelto di rimanere in strada purtroppo".

Adesso come si riparte? "Abbiamo chiesto alle istituzioni la costituzione di un gruppo di lavoro permanente che monitori ogni fase della gestione dell'emergenza, a partire dalla messa in sicurezza del territorio. In questo momento dobbiamo mettere da parte le appartenenze politiche e lavorare insieme per risolvere questi problemi che mettono a rischio l'incolumità delle persone, ma anche il tessuto produttivo della città. Adesso, come è ovvio, abbiamo negozi chiusi, centri commerciali chiusi. Sono rimasti aperti solo i servizi essenziali come le farmacie. E temiamo - conclude Carmelo De Caudo - che i danni potrebbero avere un impatto pesante sulle lavoratrici e sui lavoratori di alcuni settori".