“Esprimiamo forti criticità sulla proposta di legge di riforma degli Istituti tecnici superiori e chiediamo profonde modifiche. Auspichiamo che il confronto odierno possa rappresentare la base di partenza per un lavoro di confronto nell’ambito di specifici tavoli tecnici sulle riforme in discussione”. Questa la nota unitaria di Cgil nazionale e Flc Cgil, al termine dell’incontro avvenuto tra sindacati e ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi riguardo il “Patto per la scuola”, con particolare riferimento agli interventi previsti dal Pnrr relativi a Its, istituti tecnici e professionali.

L’attenzione del sindacato si rivolge soprattutto verso un reale riordino del sistema scolastico degli Istituti tecnici superiori (una specializzazione “professionalizzante” post diploma ma non universitaria), strettamente connesso alle politiche di innovazione industriale in ben precise aree tecnologiche, considerate strategiche per lo sviluppo del Paese. Ma questo non può certo significare l’annullamento della missione formativa della scuola, con il rischio di perdere, o almeno alterare in maniera pericolosa, il quadro di riferimento nazionale legato all’omogeneità della proposta.

In altri termini, il rischio è quello di un disegno di legge troppo legato agli ambiti territoriali, che in un Paese come il nostro potrebbe facilmente tradursi in un accordo tra fondazioni (gli Its sono fondazioni) e aziende già di per sé produttive e in grado di offrire servizi, laddove in altri luoghi, specie al Sud, le difficoltà per consentire un rapporto virtuoso rischierebbero di aumentare ulteriormente. Da qui l’esigenza di un quadro di riferimento nazionale, ancor più urgente se si considera che nello stesso disegno di legge la scelta della presidenza delle fondazioni dovrebbe essere espressa dalle imprese stesse, sostituendosi di fatto al ruolo pubblico della governance.

La proposta della Cgil è invece quella di prevedere cabine di regia a livello nazionale e regionale, con la partecipazione diretta delle parti sociali, al fine di legare l’esistenza degli Its e la definizione dei relativi percorsi, a politiche di sviluppo del Paese e a precise scelte di politica industriale su ambiti tecnologici strategici strettamente connesse con le politiche di ricerca. Una posizione che mette al centro il ruolo comunque formativo della scuola, pur nella definizione di specifiche figure professionali.

Il cuore del confronto rimane dunque quello di garantire una presenza pubblica e nazionale del sistema di formazione tecnica superiore, che non affidi l’incontro tra domanda e offerta di competenze soltanto alle singole aziende, attribuendo loro la funzione di soggetto promotore e di riferimento, come fossero un ordine scolastico statale. Gli Its devono essere pensati e sviluppati quali istituti formativi e di raccordo col mondo del lavoro, non fungere da luoghi di “intermediazione di manodopera”, uno scenario che in base all’impostazione della proposta di legge potrebbe rivelarsi più che concreto. Ecco perché, una volta stabiliti diversi criteri di intervento, e le risorse che occorrono, sarà necessario utilizzare integralmente i fondi del Pnrr assicurandone una gestione trasparente, attraverso l’uniformità dei diritti (standard minimi) dei lavoratori, delle studentesse e degli studenti. In tal senso, una semplificazione degli organi di governo preposti alla progettazione didattica collegiale dei soggetti in questione, diviene un altro tassello determinante da aggiungere al puzzle.

Nella sua replica, il ministro Bianchi si è detto favorevole ad alcune modifiche proposte dalla Cgil, dall’intervento sugli Its nel quadro delle riforme previste dal Pnrr (precisando anche l’altrettanto importante rapporto con il sistema universitario), alla centralità della dimensione nazionale del sistema dell’istruzione tecnica superiore, confermando la natura di soggetti formativi degli Its (escludendo dunque il ruolo di intermediazione di manodopera), e cercando evitare “il proliferare del numero degli Its”. A conclusione dell’incontro, Cgil e Flc comunicano la disponibilità del Ministro ad accogliere la richiesta di costituzione di gruppi di lavoro presso la sua segreteria tecnica, “dedicati in particolare alla riforma degli istituti tecnici e professionali”. Un punto da cui ripartire.