Era il maggio 2018, quando la Filcams Cgil territoriale di Gioia Tauro presentava un esposto denuncia alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria attinente alla gestione degli appalti di pulizia e sanificazione degli ospedali e uffici Asp, specie sulla gestione del cantiere all’ospedale di Polistena.

"Quanto emerge oggi dall’inchiesta 'Inter nos' ,dà merito al nostro impegno, che abbiamo sempre chiesto conto alle aziende e alle Istituzioni della gestione dell’appalto di pulizia all’Asp di Reggio, dove abbiamo registrato e denunciato una condizione di sfruttamento e impoverimento delle lavoratrici e dei lavoratori occupati in questo servizio. Si avverte un profondo senso di amarezza nel leggere le risultanze di un’inchiesta che grazie allo straordinario lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine, fa emergere l’esistenza di una consorteria criminale che, con la complicità di esponenti politici e delle istituzioni, ha in questi anni rubato il pane e il lavoro a decine di lavoratori e famiglie calabresi", affermano in una nota congiunta Filcams Calabria e Filcams Reggio e Gioia Tauro.

"Abbiamo lavorato negli anni per chiedere all’Ati aggiudicataria dell’appalto di pulizia e sanificazione degli uffici e delle strutture sanitarie dell’Asp di Reggio Calabria, di fare chiarezza sulle ore di lavoro che sono state sottratte ai dipendenti presso l’ospedale di Polistena; lavoratrici e lavoratori che erano stati assunti con contratti a tempo pieno, si sono visti nel corso dell’appalto, grazie alla complicità di un sindacato autonomo, sottrarre diverse ore di lavoro dal proprio contratto con il risultato che il lavoro non permette loro più da tempo di guadagnare il necessario per vivere dignitosamente. Mentre politici corrotti e Istituzioni compiacenti ingrassano i propri affari ci sono altri che pagano il conto; spesso si tratta di lavoratrici e lavoratori, come dimostra quest'ultima inchiesta", continua la Filcams calabrese.

"Proseguiremo nelle azioni di denuncia e di lotta per salvaguardare lavoratrici e lavoratori che meritano di ottenere risposte ai propri bisogni, valutando ogni azione possa servire a far luce sulla gestione dell’appalto ed a cambiare la condizione di precarietà di coloro che ci lavorano; siamo pronti a costituirci parte civile nel processo penale", conclude il sindacato.