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Politiche attive

Mettere al centro la persona

Foto: LTD EHU da Pixabay
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Per affrontare le sfide e le trasformazioni della ripresa bisogna puntare sulla formazione permanente in tutti i settori produttivi, in un percorso di qualificazione e riqualificazione del lavoratore per il quale il Sol Cgil può svolgere un ruolo decisivo

Si scrive lifelong learning, si legge formazione permanente, ovvero educazione che prosegue durante tutto l'arco della vita, per acquisire ruoli e competenze adeguate ai nuovi bisogni sociali e lavorativi. È questa la bussola per ottenere maggiori garanzie sul piano occupazionale, in una strategia che mette al centro la persona, il vero capitale e bene da tutelare. “Partendo dal Fondo sociale europeo, che consente di accrescere le opportunità dei cittadini fino ad arrivare al Piano nazionale di ripresa e resilienza, tutti i processi, i programmi e i progetti devono avere come fulcro il lavoratore - spiega Federico Lando, responsabile del Sol Cgil Lecce, il Servizio orientamento al mercato del lavoro -. E la formazione permanente è lo strumento principe. È necessaria una nuova programmazione nazionale del sistema delle politiche attive, in cui sia centrale il dialogo tra attori pubblici e privati, in un'ottica di progettualità di intenti comune. Questo vale soprattutto nella prospettiva del lifelong learning, che va permeando ormai tutto il mondo del lavoro”.

La formazione permanente è quindi il mezzo che permetterà di affrontare con successo le importanti sfide che vedranno coinvolti tutti i settori nei prossimi anni: dall'innovazione digitale alla transizione ecologica, fino alla settorializzazione dei processi produttivi, che investiranno ogni ambito lavorativo, in ogni filiera. Qualificarsi e riqualificarsi sono quindi un modo per anticipare e prevenire i cambiamenti ma anche per e adeguarsi alle esigenze di flessibilità, una logica che ha ormai preso il sopravvento e che oggi più che in passato impedisce di programmare e di immaginare una vita. In questo senso, le politiche attive del lavoro aprono un nuovo orizzonte per l'occupazione di qualità e si offrono come garanzia nei processi di transizione e trasformazione.

“Nella fase di ripresa che stiamo per affrontare bisogna ripensare al vero valore dell'orientamento diversificato – aggiunge Lando -, della formazione e delle competenze, in un'ottica di trasformazione e di crescita, che coinvolga l'aspetto aziendale e come quello umano. Il Sol può e deve svolgere un ruolo decisivo in questo percorso continuo di qualificazione e riqualificazione. Sorretto dalla forza contrattuale della Cgil può rivelarsi capace di intervenire nei processi decisionali che definiranno le politiche a sostegno della formazione permanente, per orientarla sulla certificazione delle competenze e sull'adeguamento agli standard professionali”.