Si scrive lifelong learning, si legge formazione permanente, ovvero educazione che prosegue durante tutto l'arco della vita, per acquisire ruoli e competenze adeguate ai nuovi bisogni sociali e lavorativi. È questa la bussola per ottenere maggiori garanzie sul piano occupazionale, in una strategia che mette al centro la persona, il vero capitale e bene da tutelare. “Partendo dal Fondo sociale europeo, che consente di accrescere le opportunità dei cittadini fino ad arrivare al Piano nazionale di ripresa e resilienza, tutti i processi, i programmi e i progetti devono avere come fulcro il lavoratore - spiega Federico Lando, responsabile del Sol Cgil Lecce, il Servizio orientamento al mercato del lavoro -. E la formazione permanente è lo strumento principe. È necessaria una nuova programmazione nazionale del sistema delle politiche attive, in cui sia centrale il dialogo tra attori pubblici e privati, in un'ottica di progettualità di intenti comune. Questo vale soprattutto nella prospettiva del lifelong learning, che va permeando ormai tutto il mondo del lavoro”.

La formazione permanente è quindi il mezzo che permetterà di affrontare con successo le importanti sfide che vedranno coinvolti tutti i settori nei prossimi anni: dall'innovazione digitale alla transizione ecologica, fino alla settorializzazione dei processi produttivi, che investiranno ogni ambito lavorativo, in ogni filiera. Qualificarsi e riqualificarsi sono quindi un modo per anticipare e prevenire i cambiamenti ma anche per e adeguarsi alle esigenze di flessibilità, una logica che ha ormai preso il sopravvento e che oggi più che in passato impedisce di programmare e di immaginare una vita. In questo senso, le politiche attive del lavoro aprono un nuovo orizzonte per l'occupazione di qualità e si offrono come garanzia nei processi di transizione e trasformazione.

“Nella fase di ripresa che stiamo per affrontare bisogna ripensare al vero valore dell'orientamento diversificato – aggiunge Lando -, della formazione e delle competenze, in un'ottica di trasformazione e di crescita, che coinvolga l'aspetto aziendale e come quello umano. Il Sol può e deve svolgere un ruolo decisivo in questo percorso continuo di qualificazione e riqualificazione. Sorretto dalla forza contrattuale della Cgil può rivelarsi capace di intervenire nei processi decisionali che definiranno le politiche a sostegno della formazione permanente, per orientarla sulla certificazione delle competenze e sull'adeguamento agli standard professionali”.