La riforma del sistema sociosanitario in Lombardia non è più rinviabile. Il neo segretario generale della Cgil regionale Alessandro Pagano non ha dubbi sulla prima rivendicazione nei confronti di Regione. Da tempo il sindacato confederale chiede un cambio di passo nella gestione di un sistema che ha mostrato tutte le sue lacune in questo anno drammatico per le cittadine e i cittadini e per il personale sanitario. Nella piattaforma presentata a novembre da Cgil, Cisl e Uil ci sono proposte concrete, a partire dalla implementazione della medicina territoriale, grande assente delle politiche sanitarie regionali.

 

 

Accanto alla salute, tra le priorità dell’agenda sindacale della Cgil lombarda, c’è il tema dell’occupazione e del reddito. “I settori più esposti all’impatto della crisi hanno pagato e rischiano di pagare ancora un prezzo altissimo - denuncia Pagano -. Penso agli appalti, al turismo, all’industria tessile, al piccolo commercio che in Lombardia, come nel resto d’Italia, sono in grande sofferenza”.

C’è inoltre preoccupazione di fronte all’ipotesi di uno sblocco dei licenziamenti senza una riforma complessiva degli ammortizzatori sociali. La Lombardia contava circa 247mila disoccupati nel quarto trimestre 2020 (dato Anpal). Quasi la metà di queste persone aveva un lavoro che ha perso. Un contratto a termine giunto a scadenza basta per lasciare migliaia di persone a casa, senza tutele.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza può svolgere un ruolo decisivo nella creazione di buona occupazione e tutela del reddito. “Vigileremo – conclude Pagano -  affinché gli effetti del Pnrr sul territorio stiano dentro una strategia complessiva che deve essere coordinata tra istituzioni, imprese e rappresentanza collettiva del lavoro”.