​La Cgil del Veneto e la Cgil di Verona, nell'udienza di oggi, 15 marzo, sono state ammesse come parti civili nel processo Taurus, contro la 'Ndrangheta che operava nel territorio veronese. I legali che rappresentano il sindacato sono gli avvocati Chiara Palumbo e Leonello Azzarini.

"I reati contestati agli imputati - dichiarano Silvana Fanelli, segreteria confederale Cgil Veneto) e Stefano Facci, segretario generale Cgil Verona - dimostrano come il sodalizio mafioso abbia inciso sul sistema economico scaligero. L’associazione ‘Ndranghetista in questione è infatti accusata di aver commesso delitti che avevano lo scopo di controllare e gestire diverse attività imprenditoriali. La violenza, la minaccia, l'estorsione sono stati gli strumenti utilizzati per inserirsi in un sistema di appalti e subappalti che appare sempre più deregolamentato e permeabile alla criminalità organizzata".

"Le vittime non sono, ovviamente, solo gli imprenditori, ma anche i lavoratori - proseguono i due dirigenti sindacali -, che si sono spesso visti negare i diritti più elementari come quello a una giusta retribuzione e al versamento dei contributi previdenziali. Il lavoro nero, il lavoro sommerso sono evidentemente tra gli strumenti che permettono alle mafie di accumulare ricchezza, a scapito della legalità, delle regole della concorrenza, della correttezza dei rapporti di lavoro. Come se tutto questo non bastasse, vanno aggiunti i reati, sempre presenti in questi casi, come il riciclaggio di denaro e le false fatturazioni, con un danno diretto per lo Stato e per l'intera collettività".

"In un simile contesto - concludono i sindacalisti -, oltre alla violazione dei diritti dei singoli, viene compromessa alla radice qualunque possibilità per i sindacati di svolgere la loro funzione, che è quella di rappresentare i lavoratori, proteggendone la dignità e promuovendone il ruolo sociale. Stiamo parlando di valori fondamentali in un sistema democratico, che con la nostra costituzione intendiamo difendere fino in fondo, augurandoci di non essere lasciati soli in questa battaglia, ma di poterla condurre insieme a tutte le forze vive e sane della società veneta".