La crisi di governo non è di certo un bene per un trasporto aereo già in enorme difficoltà a causa del covid. Per Fabrizio Cuscito, segretario nazionale della Filt Cgil, le fibrillazioni della politica sono un’ulteriore spina in un momento così complicato per lavoratori e compagnie. “Avremmo bisogno di un governo saldo in grado di prendere decisioni che possano far uscire il comparto dal grave stato di crisi in cui versa, a partire dal tema degli ammortizzatori sociali, perché la maggior parte degli aerei continua a restare a terra. In ballo ci sono 40 mila posti di lavoro: numerose aziende rischiano di non vedere l'alba alla fine dell'emergenza.

Da Alitalia a Ita. “Non sapere chi muoverà le pedine di una partita così delicata – prosegue Cuscito – ci pone in una situazione di grande incertezza a partire dal nodo occupazione. Sono tra i 5.200 e 5.500, cioè la metà degli 11mila attuali, i dipendenti individuati per gestire la flotta iniziale di 52 aerei. Abbiamo chiesto certezze sulla presenza di Ita nel settore cargo, sull'utilizzo di un hub strategico come Milano Malpensa e sul mantenimento dell'handling e il rilancio delle manutenzioni, comparto che in Italia ha sempre espresso grandi professionalità.

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Il nodo stipendi. “La situazione di Alitalia in amministrazione straordinaria è oggettivamente difficile – constata il segretario nazionale della federazione dei lavoratori dei trasporti della Cgil – . I ricavi sono stati azzerati dalla pandemia mentre i costi fissi continuano a pesare sui bilanci. Ci sono stati dei ritardi nell'erogazione dei salari di dicembre. A gennaio i pagamenti sono avvenuti regolarmente ma ci apprestiamo ad avere nuove difficoltà per i pagamenti a febbraio e assoluta incertezza sul fatto che la compagnia rimanga in vita per i mesi successivi.

La flotta modesta. Fabrizio Cuscito esprime preoccupazione per il piano industriale presentato per la nuova compagnia Ita. “Le prospettive di sviluppo sono insufficienti – afferma – : 52 aeromobili in partenza sono oggettivamente pochi a fronte dei colossi europei che ne contano tra i 300 e i 700. La portoghese Tap ha una flotta di 100 velivoli per servire una popolazione di 12 milioni di abitanti”. Per il dirigente sindacale, una situazione fortemente penalizzante per il nostro mercato che rischia di diventare terra di conquista delle grandi imprese straniere.

Dubbi sul network. “È sotto gli occhi di tutti come il piano di Ita tagli rotte fondamentali per lo sviluppo del Paese – continua Cuscito – . Non ci saranno collegamenti con Mosca, mancano all'appello molte mete intercontinentali, in particolare negli Stati Uniti e nel mondo asiatico. Penalizzati anche gli aeroporti italiani: molte le regioni in cui per i primi anni non sono previsti voli, soprattutto in quelle meridionali. Una scelta che comporterà seri problemi anche al personale di terra presente in quegli scali”.

Frizioni europee. Sul dossier Alitalia, Fabrizio Cuscito stigmatizza l'atteggiamento dell'Unione Europea nei confronti del nostro Paese. Il segretario nazionale della Filt indica le responsabilità di Stati come Francia e Germania che cercano di difendere le posizioni guadagnate dalle proprie compagnie e spiega come possa risultare un elemento di disturbo l'ingresso sul mercato di una nuova aviolinea senza la zavorra dell'amministrazione straordinaria. Un contesto che merita un atteggiamento più coraggioso da parte del governo italiano.