Non c’è solo Alitalia in gravi difficoltà. Con la pandemia dilagante e la susseguente crisi economica tutte le compagnie aeree italiane e internazionali si ritrovano con i conti in ‘profondo rosso’ e sono a rischio serio di chiusura. Per alcune, è già comparso lo spettro del fallimento di attività, e anche Ryanair, la low cost emergente sul mercato dell’ultimo decennio, ha subìto grossi ridimensionamenti, con il migliaio di addetti, tutti appartenenti al comparto di volo, finiti in cassa integrazione straordinaria per l’emergenza Covid.

Blue Panorama. La compagnia italiana specializzata nei voli charter per Cuba, Caraibi, Albania e Dakar per i tour operator, che ha già chiuso i battenti, dopo essere stata commissariata dall’avvocato Leogrande (lo stesso di Alitalia). I 500 dipendenti sono finiti in cigs Covid fino a giugno, così come tutta l’attività è ferma dal 2020, con l’intera flotta a terra.

Norwegian air. Da metà gennaio, il vettore norvegese ha chiuso le tratte low cost intercontinentali con gli Usa che si concentravano su Roma Fiumicino, offrendo voli a prezzi stracciati in diretta competizione con Alitalia. Entro febbraio, il management ha annunciato la chiusura e la messa in liquidazione della filiale irlandese direttamente collegata a quella italiana. I sindacati hanno chiesto di non disperdere le professionalità dei 300 lavoratori presenti in Italia – tutti piloti e assistenti di volo sul lungo raggio -, attualmente in cigs Covid.

Air Italy, già Meridiana, compagnia specializzata nei voli da e per la Sardegna, con base operativa a Olbia Costa Smeralda e Milano Malpensa, ha già chiuso i battenti, cessando tutte le operazioni di volo dal febbraio 2020, senza fare fallimento, e ha liquidato ‘in bonis’ tutti i fornitori. Sindacati e lavoratori, dopo una lunga battaglia, fatta di mobilitazioni e scioperi, sono riusciti ad ottenere dal governo un decreto ‘ad hoc’ con la cigs Covid garantita per dieci mesi per tutti i 1.465 dipendenti (fra personale di terra e di volo), che scadrà il 31 luglio, sventando per ora il pericolo di altrettanti licenziamenti.

Easy jet, compagnia low cost di medio raggio, specializzata in collegamenti europei, in Italia con base a Roma Fiumicino, è a sua volta in gravi difficoltà. I 1.451 lavoratori, quasi tutti appartenenti al comparto di volo, sono finiti in cigs Covid per un anno, a partire dall’aprile 2020.

Non se la passa bene Vueling, la low cost spagnola con sede principale a Barcellona e hub secondario a Roma Fiumicino, che ha fermato l’attività fino al prossimo aprile, mentre da gennaio ha tutto il personale – 300 persone fra piloti e assistenti di volo -, in cigs Covid, dopo aver fatto ricorso fino al 31 dicembre 2020 ai contratti di solidarietà.

Dal novembre scorso, è già fallita l'italiana Ernest airlines, ma va male anche a Air Dolomiti, la compagnia regionale specializzata nel corto raggio di proprietà di Lufthansa, con base a Verona, che mantiene attivi alcuni voli con destinazione Monaco di Baviera, pur avendo tutti i 350 addetti in cigs Covid.

Passiamo a Neos, la compagnia di proprietà di Alpitour, specializzata in voli charter, che mantiene aperti alcuni collegamenti umanitari, con 300 lavoratori quasi tutti di volo, con qualche unità preposta alla manutenzione a terra. E infine Ego airways, l’ultima arrivata, la compagnia regionale privata con sede a Milano Malpensa, che opera dal 2020 sul corto e medio raggio, il cui centinaio di addetti sono finiti anch’essi già in cigs Covid.