“Dopo tanti anni la partita è aperta: vedo la possibilità che stavolta le cose possano cambiare davvero”. La pandemia ha mostrato tutta la fragilità del nostro attuale modello di sviluppo: basta guardare l’Europa, che oggi “fa i social bond, blocca il patto di stabilità, definisce regole nuove, creando finalmente l’opportunità di costruire un’Europa dei diritti e delle persone”. È un messaggio fortemente progressivo quello che ha lanciato oggi (domenica 15 novembre) il segretario generale della Cgil Maurizio Landini concludendo la tre giorni di “Futura; lavoro, ambiente, innovazione”, che si è tenuta al Teatro Brancaccio di Roma, con un serrato dialogo-intervista con il giornalista Gad Lerner.

Si è iniziato in realtà con una “frivolezza”, così l’ha chiamata Lerner. Landini era in cravatta: “Non la metto quasi mai, ma ho pensato di farlo, di mettermi come ‘vestito per la festa’, perché occorre avere rispetto per il lavoro. La nostra idea era di fare un’iniziativa aperta, accogliendo idee e pensieri diversi. E ci siamo riusciti”. La kermesse ha esibito un nuovo ‘outfit’, un nuovo modo di comunicare del sindacato. “Anche la Cgil sa fare cose belle e innovative”, ha spiegato: “Abbiamo radici ferme, ma lo sguardo è aperto al domani. La tre-giorni di Futura ha mostrato il cambiamento della nostra comunicazione, soprattutto la nostra capacità di produrre comunicazione e di raccontare il mondo del lavoro”. Futura, ha aggiunto, “è donna, è femmina, indica chiaramente la volontà di assumere la cultura e la differenza di genere come valore, essenziale anche per ridisegnare l’azione sindacale”.

Il dialogo tra Lerner e Landini è stato, si diceva, vivace, spontaneo, per nulla paludato. E ha toccato numerosi argomenti, a partire dal confronto col governo degli ultimi mesi. “Quando abbiamo posto il problema del prolungamento del blocco dei licenziamenti, le prime risposte del governo erano state negative. Al punto che eravamo pronti, anche in piena pandemia, a uno sciopero generale”, ha ricordato Landini: “Mi sembra che poi esecutivo e imprese si sono resi conto che il blocco non era a tutela solo di una parte, ma era un messaggio di protezione che veniva dato all’intero mondo del lavoro, aziende comprese”.

Il segretario Cgil ha ribadito l’urgenza di una riforma degli ammortizzatori sociali, affermando la necessità di “un sistema universale che copra tutti i settori, tutte le aziende e tutti i lavoratori, anche le forme di lavoro autonomo”. Da qui l’esigenza di un “nuovo statuto dei lavoratori: i diritti debbono essere indipendenti dal tipo di contratto, anche una partita Iva deve avere la malattia, l’orario garantito, le ferie”. Uno statuto che si accompagni a un processo di progressiva unificazione dei ccnl (con la relativa cancellazione di quelli “pirata”), che debbono divenire “strumenti validi per legge, con i diritti fondamentali garantiti a tutti”.

Un passaggio importante è stato dedicato alla rottura nella rappresentanza, avvenuta negli ultimi anni, tra sinistra politica e mondo del lavoro. “Il pensiero unico della libertà del mercato che avrebbe risolto tutto non ha attraversato solo la destra, ma anche la sinistra, tanto che alcune persone hanno pensato che non c’era più tanta differenza tra destra e sinistra”, ha spiegato Landini. Ma quel ‘pensiero unico’ ora è in crisi: “La pandemia ha fatto esplodere fragilità e disuguaglianze. Lo dico a malincuore, visto che siamo dentro alla pandemia, ma rilevo che si riapre un’opportunità di cambiamento, perché è evidente che quel sistema non funziona”.

Nel ripercorrere le tre giornate di incontri, Lerner ha voluto soffermarsi sul confronto tra il segretario Cgil e il presidente di Confindustria Bonomi. “Il mestiere del sindacato è rappresentare e risolvere i problemi delle persone: il mio problema non è pensare le stesse cose del mio interlocutore, ma cercare accordi e compromessi che siano in grado di aiutare chi rappresento”, ha spiegato Landini, dichiarando che comunque “nelle cose che ci siamo detti qui mi pare siano emerse diversità”. Il punto, ha aggiunto, è che “noi siamo arrivati alla conclusione che da soli non siamo in grado cambiare la situazione: dobbiamo farlo insieme”. Ma anche le imprese debbono cambiare, accettando di dare ai lavoratori “più spazi di autonomia, un livello di maggiore cooperazione, investendo dunque di più sulle persone”.

Da segnalare, infine, due passaggi. Il primo è sugli anziani. “Sono davvero inaccettabili alcune dichiarazioni che sono state fatte verso gli anziani, perché, siccome sarebbero non produttivi, nessuno piange se gli succede qualcosa”, ha detto Landini: “Una cosa sbagliata e falsa, perché traduce produttivo con il fare un prodotto, mentre produttivo è anche prendersi cura, svolgere un servizio, mettere la tua intelligenza a disposizione degli altri”. Il secondo e ultimo punto è sulle manifestazioni di protesta, anche violenta, che si sono tenute la scorsa settimana. “Esiste un malessere, senza dubbio, che va ascoltato e capito. Ma esiste anche un elemento di forte strumentalizzazione, perché chi rompe vetrine nulla ha a che fare con il malessere”, ha concluso il segretario generale Cgil: “Il governo dovrebbe sciogliere determinate organizzazioni come Forza Nuova, nel nostro Paese l’apologia di fascismo è un reato”.

(con la collaborazione tecnica di Mauro Desanctis)