Sessantatré milioni di ore di cassa integrazione e Fis autorizzate tra gennaio e luglio, un netto calo dell'occupazione tra aprile e giugno, con 7 mila occupati in meno rispetto a gennaio-marzo e 12 mila nel confronto con il secondo trimestre 2019. Questo il quadro che emerge in Friulio Venezia Giulia, secondo l'allarme lanciato dai sindacati. Cgil, Cisl e Uil si dichiarano preoccupati non solo per l'assenza di segnali decisi di ripresa, ma anche per il rischio che la Regione perda le opportunità derivanti da Recovery Fund e Mes. L'allarme è stato lanciato nel corso di un confronto a Trieste. Al centro dell'attenzione. Il destinato è destinato ulteriormente a peggiorare, quando verranno meno gli ammortizzatori per Covid e il blocco dei licenziamenti.

Così il segretario regionale della Cgil Villiam Pezzetta: "Da un lato occorre il sostegno ai settori tuttora fortemente colpiti dalla crisi come gli appalti, il turismo, il terziario, gli spettacoli. Dall'altra l'individuazione delle linee d'investimento capaci di fare da volano a una ripresa indispensabile per la tenuta economica, occupazionale e sociale del Fvg: la messa in sicurezza del territorio contro il rischio idrogeologico, le infrastrutture fisiche e digitali, la crescita del sistema manifatturiero".