Di nuovo in piazza. Giovedì 28 maggio a Roma, Genova e Milano è andata in scena la protesta dei lavoratori che non hanno ancora percepito gli assegni di cassa integrazione e Fis stabiliti in seguito all’emergenza covid. A manifestare lavoratrici e lavoratori che la fine del mese la aspettano ormai da marzo e che da allora non hanno reddito o hanno ricevuto solo una parte dei già magri assegni a loro destinati. Dal commercio ai servizi, dal terziario alla ristorazione, agli addetti alle pulizie, sono tanti i settori colpiti e tanti i territori che denunciano da settimane ritardi e mancanze.

Abbiamo provato a chiedere spiegazioni ad Anna Russelli, segretaria regionale della Cgil Basilicata. “Difficile avere persino un quadro completo della situazione. Se per la cassa in deroga nella mia regione il 10 per cento delle pratiche lavorate è stato respinto per mancanza di requisiti, su cassa ordinaria e Fis con causale covid mancano i numeri. Praticamente impossibile chiedere delucidazioni all’Inps. I telefoni dell'Istituto squillano a vuoto ed è probabile che l’ondata di richieste piovuta in pochissimo tempo abbia messo in grande difficoltà tutto il personale che si occupa di queste questioni. Ci chiediamo perché nel 2020 è possibile conoscere il tracciamento di un pacco in consegna, metro per metro, ma non esista un sistema di monitoraggio, consultabile online almeno da consulenti e sindacati, che dia risposte in tempo reale a lavoratori con famiglia il cui sostentamento dipende dal buon esito di queste pratiche".

"Lo stato di attesa per le persone diventa esasperante. – continua la dirigente – Abbiamo anche rilevato problemi per quel che riguarda la richiesta di anticipo della cassa integrazione presso le banche, prevista dall’accordo nazionale tra Abi e parti sociali. Alcuni istituti di credito tra i vari documenti pretendevano persino il provvedimento finale di concessione dell’ammortizzatore, rendendo di fatto vano l’anticipo. Senza contare le segnalazioni di chi, una volta ricevuto l’assegno, ha avuto più di un dubbio sulla congruità della cifra. Insomma, apprezziamo lo sforzo senza precedenti del governo nel mettere in campo strumenti importanti, ma adesso è il momento di farli funzionare”.

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A corroborare con la propria testimonianza le parole della segretaria della Cgil lucana, una lavoratrice romana, Giordana Iannucci, dipendente della Cisalpina Tours, un’agenzia di viaggi che organizza soprattutto trasferte di lavoro. “La nostra è una situazione terribile: la ripresa per noi è lontanissima perché le aziende non programmano più viaggi. A marzo siamo stati fortunati a ricevere l’anticipo della cassa integrazione, ma poi la nostra domanda è rimasta impantanata nel grosso delle richieste e ancora non è stata protocollata all’Inps. Quindi per noi ad aprile niente assegno. Abbiamo preso talmente poco che molte di noi non sono state in grado di pagare l’affitto, la spesa, le bollette. Non sappiamo neanche i tempi in cui la nostra pratica arriverà in porto. E non sappiamo per quanto ancora durerà la difficoltà del nostro lavoro, visto che gli aerei non volano, i treni non partono e tutte le società si stanno riorganizzando con video chiamate e riunioni on line. Nessuno si sposta più. Noi abbiamo bisogno di garanzie, di certezze economiche. Non c’è più tempo, il governo deve intervenire al più presto”.