“Il governo con noi si è impegnato a un abbattimento del cuneo fiscale per redditi da lavoro dipendente fino a 35.000 euro l’anno nella misura di 3 miliardi per il prossimo anno, che devono raddoppiare nel 2021. Poi, si è detto, potrebbero esserci ulteriori somme derivanti dall'esito della lotta all'evasione fiscale. È un impegno che difenderemo e pretenderemo che venga rispettato fino in fondo”. Lo afferma Nino Baseotto, segretario confederale della Cgil, in un'intervista a RadioArticolo1. Se dunque sul piano del metodo un giudizio c’è, ed è positivo (“erano fin troppi anni che c'era un confronto prima della legge di bilancio”), sul merito il sindacato resta in attesa delle decisioni che saranno scritte nero su bianco nella manovra.

A proposito del taglio del cuneo fiscale, tra l'altro, le risorse promesse non soddisfano del tutto la Cgil: “Ne servirebbero di più, ma si incomincia a fare una cosa che negli ultimi decenni non era mai capitata: si incomincia cioè a diminuire la pressione fiscale nei confronti del lavoro dipendente. Poi bisogna occuparsi anche dei pensionati, cosa che finora è insufficiente o assente, ma c'è comunque un inizio positivo, un'inversione di tendenza che difenderemo con le unghie e con i denti”. Anche sul tema della lotta all'evasione, “apprezziamo una dichiarazione di principio che viene dal governo, e cioè che la si affronta con un'azione articolata e decisa, partendo dal presupposto che chi non paga le tasse ed evade il fisco sta rubando risorse ai cittadini onesti”.

Quanto agli scenari del prossimo futuro, “agiremo senza fare sconti a nessuno e sulla base della coerenza tra le nostre richieste e quanto verrà deciso effettivamente dal governo e dal Parlamento. Non siamo quelli del 'tutto e subito', sappiamo bene che alcune cose possono essere valutate in un arco temporale più ampio della prossima manovra. Però – aggiunge l'esponente della Cgil – ci devono essere cose concrete che partono subito”. Sul fisco, per esempio, “il governo ha detto di essere disposto a un confronto sull'intero sistema; bene, questo confronto inizi da subito, tra qualche giorno, con il vincolo di concluderlo non in tempi storici”. Intanto, “il prossimo 16 novembre – conclude – saremo in piazza a fianco dei pensionati per una ragione molto semplice: sul tema delle pensioni, del trattamento dei pensionati, oggi c'è troppo poco”.