Il silenzio è complicità. E il silenzio Israele lo cerca, prova a imporlo vietando l’ingresso a giornalisti e giornaliste nei territori, uccidendo gli operatori dell’informazione palestinesi, sono quasi 300 i colleghi e le colleghe morti perché cercavano di raccontare la fame, la sete e il genocidio.

In Italia uomini e donne del mondo dello spettacolo, dell’arte e della cultura hanno lanciato un appello contro le guerre e il genocidio a Gaza. È un manifesto già sottoscritto da oltre 500 personalità che si oppongono al silenzio complice e alla censura, promuovendo iniziative concrete contro la violenza e il riarmo.

Tra i primi firmatari figurano Fiorella Mannoia, Valeria Golino, Moni Ovadia, Corrado Guzzanti, Laura Morante, Massimo Wertmüller, Stefano Fresi, Daniela Poggi, Marisa Laurito, Daniele Vicari, Paolo Rossi, Gabriele Salvatores, Olden, Paola Tiziana Cruciani, Giorgio Tirabassi, Silvia Scola, Greta Scarano, Loredana Cannata, Andrea Occhipinti, Giulia Michelini, Pif, Giorgia Cardaci, Daniela Giordano, Valentina Lodovini, Vinicio Marchioni, Mimmo Calopresti e moltissimi altri.

Il silenzio è complicità

Ma parlare non sempre è facile. Racconta l’attrice Daniela Poggi che, quando mesi fa ha manifestato il proprio orrore per quanto avveniva in Palestina, non solo è stata violentemente attaccata sui social, ma lo sponsor del suo spettacolo si è ritirato.

“Vorrei semplicemente sottolineare che sarebbe stato il caso che questa mobilitazione iniziasse da subito e non ora che siamo alla fine", spiega: “Ritengo che tutti insieme, non parlo solo di noi artisti che certamente abbiamo una visibilità maggiore, ma anche la stampa e tutta la società civile, avremmo potuto esprimere un dissenso forte fin dall'inizio. Per fortuna oggi assistiamo a un risveglio delle coscienze che ci fa dire: io non ci sto, io non accetto, io non voglio, non posso stare in silenzio, non posso girarmi dall'altra parte”.

Nasce una Rete

La rete ARTISTI#NoBavaglio nasce per denunciare le guerre in corso, il genocidio a Gaza e le crescenti minacce alla libertà d’espressione e vuole creare una grande alleanza con il mondo dalla scienza, dell'informazione, del mediattivismo, dell’università, avvalendosi di giuristi e attivisti per i diritti.

La rete rivendica il ruolo dell’arte come strumento di consapevolezza, resistenza e trasformazione sociale. In un momento storico segnato da conflitti e repressioni, gli artisti scelgono di alzare la voce per difendere la dignità umana, la libertà di pensiero e il diritto alla bellezza.

Gli obiettivi della mobilitazione includono la condanna del genocidio in corso a Gaza e delle guerre globali, la difesa della libertà d’espressione e del diritto all’informazione, la promozione di iniziative contro le guerre e il riarmo, e il riconoscimento del valore sociale e politico dell’arte.

"Vogliamo essere una rete solidale e trasversale al mondo dell’informazione e dell’attivismo – si legge nell’appello – capace di creare una scorta mediatica a difesa di artisti, giornalisti e personalità colpite da censure o attacchi. Collaboriamo con associazioni e realtà affini per difendere la libertà d’espressione".

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Il senso delle parole

“Credo che il disastro al quale stiamo assistendo a livello globale sia da attribuire proprio alla scarsa mobilitazione delle coscienze”, spiega il regista Daniele Vicari: “Cose che pochi anni fa non avrebbero avuto bisogno di disquisizioni terminologiche sarebbero apparse per ciò che sono”.

Per Vicari “la conquista di territori si chiama guerra, la cacciata dei popoli pulizia etnica, l’aggressione economica e militare contro popolazioni e paesi ritenuti più deboli o inferiori si chiama imperialismo. Mobilitarsi per Gaza significa rimettere insieme parole che hanno perduto senso e, insieme a quelle parole, le coscienze. L’enorme mobilitazione degli israeliani contro l’invasione di Gaza, per esempio, si chiama coscienza civile”.

Il regista evidenzia anche che “il giochetto di definire antisemiti coloro che criticano Israele, in bocca a coloro che hanno praticato l’antisemitismo e militato in organizzazioni antisemite, è una pagliacciata, oltre che un oltraggio alle vittime dell’antisemitismo. Per cui credo che parlarsi, muoversi, chiedere il rispetto dei diritti umani, quindi dei diritti dei palestinesi, sia la cosa migliore da fare”.

Due pesi e due misure

“In queste ore assistiamo a una sovrabbondanza di informazioni su Trump e la sua attività a favore di telecamere per una tregua in Ucraina, sui governanti di Paesi occidentali che volano negli Stati Uniti a sostegno del cessate il fuoco”, afferma l’attore Massimo Wertmuller.

“Qualunque guerra va fermata, sia chiaro, ma dove è l’impegno di quei governanti – a cominciare da Meloni - per fermare il genocidio che si consuma in Palestina? Non è solo l'orrore per ciò che sta capitando, perché qualcuno lo fa capitare ovviamente, l’unico fatto che mi colpisce. Mi colpisce molto tutta questa ipocrisia che non fa altro che peggiorare le cose. Si vede che hanno finito tutta l'indignazione in Ucraina per poterla usare anche a Gaza. Non c'è altra spiegazione. Il valore occidentale a due pesi e due misure colpisce prima di tutto la credibilità dell’Occidente stesso”.

Finalmente, non fare nulla è inammissibile

“Penso che un grande senso di impotenza ci abbia lasciati assistere al massacro che avveniva sotto i nostri occhi senza riuscire a fare nulla per troppo tempo e troppe vite distrutte”. Parole nette quelle che pronuncia Loredana Cannata, anche lei attrice, che aggiunge con un pizzico di speranza: “Finalmente ci stiamo muovendo e organizzando per denunciare il genocidio in atto a Gaza e portare solidarietà e aiuti”.

L’attrice sottolinea che “può sembrare tardi, può sembrare poco, ma non fare nulla è inammissibile, e diventa ancora più necessario ora che Netanyhu ha ammesso che il suo scopo è prendere tutta la Striscia di Gaza. Leggendo i commenti sui social, mi accorgo di quanto sia forte la propaganda bellica: sono troppe le persone che non riescono a vedere il genocidio in atto, giustificandolo con i fatti del 7 ottobre, senza riuscire a misurare le proporzioni della reazione e senza inquadrare il tutto nel conflitto israelo-palestinese che va avanti da decenni. La nostra voce serve anche a riportare la verità dei fatti a chi non riesce a vederla, oltre che a portare un po’ di speranza nei cuori dei Palestinesi”.

Sabina Di Marco

L’adesione della Slc Cgil

“La cultura e quante e quanti contribuiscono con il loro lavoro alla creazione di opere e prodotti culturali, svolgono un ruolo decisivo per promuovere la cultura della pace nel mondo”. Lo afferma Sabina Di Marco, segretaria nazionale della Slc Cgil, motivando l’adesione della propria organizzazione alla mobilitazione della rete ARTISTI #NoBavaglio.

“La cultura è innanzitutto libertà e rispetto dell'altro", aggiunge la dirigente sindacale: “Rappresenta la massima espressione dell'attività umana, capace di ritenere la differenza tra culture, genere, visioni diverse, come valore e fonte di arricchimento. È una pratica quotidiana di sperimentazione e pluralismi. Dove la complessità anche delle professioni impegnate nella realizzazione, costituisce una comunità, dialogante e inclusiva”.

La segretaria Di Marco così conclude: “Slc Cgil s'impegna a diffondere l'appello per la pace e contro il genocidio a Gaza presso le proprie strutture e le proprie iscritte e iscritti, garantendo il proprio sostegno alle iniziative anche di mobilitazione che potranno essere indette”.

Un appello e una mobilitazione

Più si è meglio è. La nostra voce, quella di chi dice “non in mio nome, io non ci sto” deve essere tanto forte da farsi ascoltare dal peggior sordo che è proprio chi non vuol sentire, a cominciare da Meloni e il suo governo. Chiunque voglia unirsi alla mobilitazione della rete ARTISTI #NoBavaglio può farlo inviando una mail ad artisti.nobavaglio@gmail.com, indicando nome, cognome, attività e residenza.

Aderire serve, ma non basta, è necessario scendere in piazza e mettere il proprio corpo, insieme a quello di altre e altri, come una sorta di difesa umana a far metaforicamente da scudo per proteggere la popolazione palestinese. Occorre uscire di casa e partecipare.

Tra le prime iniziative della rete ARTISTI #NoBavaglio vi è il sostegno alla mobilitazione “Stop Genocidio” in occasione della Mostra del Cinema del 30 agosto; il contro-summit per contestare il Defence Summit all’Auditorium Parco della Musica del prossimo 11 settembre; l’incontro pubblico “Che fare? Verso una mobilitazione globale contro il Genocidio a Gaza, guerre e riarmo” previsto per il 22 settembre al Centro Ararat di Roma con la partecipazione di artisti, scienziati, giornalisti, giuristi e attivisti.

Per leggere il testo completo dell’appello-manifesto, con firme in aggiornamento, cliccare qui 

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