Chiuso per forum militare. Ma è un’istituzione culturale. Alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma sono in corso i preparativi per un evento previsto da oggi, 13 ottobre, fino al 15 ottobre, sul quale la Direzione ha mantenuto sin dall’inizio la massima riservatezza. Un evento talmente top secret che persino i dipendenti l’hanno scoperto la sera prima. E non con una comunicazione informativa sull’evento che si sta tenendo in queste ore alla Gnam. Bensì con una circolare che li convocava per un corso di formazione sulla sicurezza sul lavoro presso la sede centrale del Mic. Le sale dell’importante museo con sede a villa Borghese ospiteranno, nel corso dei tre giorni, diversi capi di stato provenienti da tutto il mondo per un summit antiterrorismo. Il 15 ottobre interverrà la premier Giorgia Meloni.

L’alibi del corso di formazione

“È abbastanza anomalo che un museo chiuda per un corso di formazione – commenta Lilith Zulli, Fp Cgil Roma e Lazio – per cui avevamo drizzato le antenne già da qualche giorno, quando la notizia del corso aveva cominciato a circolare in maniera informale”. A far insospettire il sindacato c’erano stati anche i sopralluoghi condotti da una delegazione della Farnesina, avvenuti senza dare alcun tipo di spiegazione ai dipendenti, che se li sono trovati di fronte a ispezionare le sale.

Il mancato rispetto del numero minimo di dipendenti

“A quel punto avevamo inviato una nota come Fp Cgil per chiedere maggiori spiegazioni, dal momento che – spiega la sindacalista – il personale è prevalentemente costituito da dipendenti giovani e con bambini piccoli”. Oltre a ciò, Fp Cgil di Roma e Lazio e la Uil Pa MiC Roma e Lazio avevano espresso preoccupazione in merito al possibile mancato rispetto dei numeri minimi per la tutela del sito e l’apertura del museo, servizi essenziali che non possono essere interrotti neanche in caso di sciopero.

Lo sconcerto dei sindacati

La richiesta è caduta nel vuoto, salvo apprendere questa mattina stessa, dal sito del Consiglio dei Ministri, che alla Gnam si sarebbe tenuto l’evento internazionale.“È la prima volta che ci troviamo a gestire una situazione di tale sconcerto tra lavoratrici e lavoratori che, con pochi giorni di preavviso, si vedono cambiare sede di servizio, orario di lavoro e inviati a una formazione non in linea con la professionalità di tutti, senza comprenderne il motivo”. Certo, però. non è proprio la prima volta che che si verificano episodi spiacevoli analoghi.

“L’affaire Bocchino” e i lavoratori segnalati

Ci vorrebbe un vero e proprio dossier per metterceli dentro tutte, visto che quanto accaduto alla Gnam non solo non è un caso isolato, ma appare addirittura emblematico di un vero e proprio “modus operandi”. Così lo definisce Valeria Giunta, coordinatrice nazionale della Fp Cgil Mic. “Non dimentichiamoci l’affaire Bocchino, quando furono segnalati i lavoratori che avevano osato criticare la presentazione del libro del giornalista”.

Un uso privatistico dei beni museali

Giunta racconta di aver più volte, come organizzazione sindacale, cercato un’interlocuzione con i vertici delle istituzioni culturali di volta in volta al centro di casi analoghi. Ovvero: un uso improprio del bene culturale, quando non del tutto privato. Si pensi al caso dell’Archivio di Stato di Napoli, adibito a location per una festa di matrimonio. “O Palazzo Reale, solo pochi giorni fa concesso per balli e canti e su cui non ci è stato concesso neanche di mettere bocca” racconta la sindacalista. I dirigenti del ministero della Cultura e il Governo, insomma, proseguono con atteggiamenti che lasciano trasparire un solo messaggio: la convinzione di poter disporre a loro piacimento, e come meglio credono, dei beni culturali del nostro paese.

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