L’1 per cento più ricco del Pianeta si è accaparrato il 41 per cento della nuova ricchezza prodotta dal 2000 al 2024. Mentre al 50 per cento più povero è andato appena l’1 per cento. Un dato incontrovertibile di come nel mondo ci sia sempre di più un’emergenza disuguaglianze.

La fonte è blasonata: il rapporto del comitato di esperti del G20 voluto dall’attuale presidenza sudafricana. Si tratta di una task-force speciale presieduta dal premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz, che comprende altri cinque studiosi indipendenti: Adriana E. Abdenur (Brasile), Winnie Byanyima (Uganda), Jayati Ghosh (India), Imraan Valodia e Wanga Zembe-Mkabile (entrambi dal Sudafrica).

Emergenza disuguaglianze

“Le evidenze sulle disuguaglianze dovrebbero preoccupare i leader di tutto il mondo - ha dichiarato il professor Stiglitz -. Sappiamo di trovarci in un’emergenza climatica: è tempo di riconoscere che affrontiamo anche un’emergenza di disuguaglianze. Non si tratta solo di un’ingiustizia che mina la coesione sociale, ma di un problema che incide profondamente anche sull’economia e sulla politica. Il nostro comitato è convinto che alcuni degli effetti più gravi delle disuguaglianze si ripercuotano direttamente sulla salute della democrazia”.

JOSEPH STIGLITZ ECONOMISTA
JOSEPH STIGLITZ ECONOMISTA
JOSEPH STIGLITZ ECONOMISTA (IMAGOECONOMICA)

Chi troppo e chi troppo poco

I numeri parlano chiaro: quell'1 per cento più ricco ha visto la propria ricchezza media aumentare di 1,3 milioni di dollari dal 2000, mentre qualcuno nella metà più povera dell'umanità ha visto la propria ricchezza aumentare in media di 585 dollari nello stesso periodo.

Una persona su quattro, ovvero 2,3 miliardi di individui, si trova ad affrontare un'insicurezza alimentare moderata o grave, cioè è costretta a saltare regolarmente i pasti, con un aumento di 335 milioni dal 2019. La disuguaglianza di ricchezza è molto più elevata di quella di reddito: sebbene quest’ultima sia diminuita dal 2000, grazie in gran parte allo sviluppo economico in Cina, rimane molto alta.

Dal rapporto emerge anche che l’83 per cento dei Paesi, dove vive il 90 per cento della popolazione mondiale, rientra nella categoria di “elevate disuguaglianze”, secondo la definizione della Banca Mondiale. E nei Paesi più diseguali il rischio di un declino democratico è sette volte superiore rispetto a quelli più equi.

Un panel sulle disuguaglianze

Per questo il comitato di esperti raccomanda la creazione di un gruppo internazionale sulle disuguaglianze, ispirato al modello dell’Ipcc dell’Onu per il clima: un organismo permanente di monitoraggio e indirizzo in grado di misurare i divari, valutarne le cause e orientare le politiche.

“Questo rapporto non poteva arrivare in un momento più opportuno - afferma Mikhail Maslennikov di Oxfam Italia -. Rappresenta una pietra miliare nel riconoscimento internazionale della crisi delle disuguaglianze che danneggiano le nostre economie, corrodono le nostre società e minacciano le nostre democrazie. Il panel internazionale sulla disuguaglianza indicato nel rapporto è una proposta eccellente e attesa da tempo che, ci auguriamo, i governi del G20 tra cui quello italiano vorranno sostenere. Il panel porterebbe lo stesso rigore scientifico e lo stesso impegno nell’affrontare i crescenti divari economico-sociali che il comitato intergovernativo sul cambiamento climatico applica al contrasto alla crisi climatica”.

Le ricette degli esperti

Tra le altre proposte della task-force, riscrivere le norme fiscali internazionali per assicurare una tassazione equa delle multinazionali e dei super ricchi, una minimum tax efficace, riformare le regole economiche internazionali, in particolare quelle sulla proprietà intellettuale.

A livello nazionale, gli esperti invitano a rafforzare la regolamentazione a tutela dei lavoratori, adottare politiche fiscali e di spesa più progressive, investire in servizi di protezione sociale, sanità, istruzione, abitazione, ridurre la concentrazione del potere economico, tassare le grandi plusvalenze.

Per le persone comuni o per gli oligarghi?

“I lavori del G20 si stanno svolgendo sullo sfondo di tensioni geopolitiche senza precedenti – conclude Maslennikov di Oxfam Italia –, e con gli Stati Uniti che continuano ad alimentare le disuguaglianze sia in patria che nel resto del mondo attraverso sgravi fiscali per i più ricchi, tagli draconiani a programmi di welfare e dazi sconsiderati. È evidente quindi che i governi si trovano a dover compiere una scelta di fondamentale importanza: tra un ordine internazionale concepito per servire le persone comuni di ogni Paese o uno controllato dagli oligarchi”.