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A Gaza un nuovo massacro di civili, con decine i morti per gli incessanti raid di Israele. Il blocco degli aiuti imposto da Tel Aviv sta poi provocando numerosi casi di malnutrizione, soprattutto tra i bambini, e difficoltà per le organizzazioni non governative nel soccorso di feriti e malati. Intanto Trump è tornato ad affermare di volere che gli Usa prendano il controllo della Striscia per trasformarla in una “zona di libertà, la “riviera del Medio Oriente" come da lui definita in prospettiva.
Di fronte a questa drammatica situazione del popolo palestinese si moltiplicano gli appelli da parte delle associazioni non governative e della società civile affinché la comunità internazionale faccia di tutto per porre fine alla guerra. Uno su tutti l’appello della Ces, la Confederazione dei sindacati europei, che esprime gravi preoccupazioni sulla ingiustificata situazione umanitaria a Gaza e chiede iniziative immediate ed effettive dell’Unione europea e della comunità internazionale per alleviare l’intollerabile crisi umanitaria e contro il blocco degli aiuti messo in atto dal governo di Israele.
“Noi ricordiamo che secondo il diritto internazionale l’uso della fame della popolazione civile come strumento di guerra costituisce un crimine di guerra e così per ogni forma di punizione collettiva”. La Ces, inoltre, “chiede alla Ue un ulteriore supporto al sistema di aiuti delle Nazioni unite e che garantisca i princìpi di imparzialità, neutralità e che la consegna indipendente degli aiuti sia rispettata da tutti i partner europei, incluso Israele”.
Preoccupazione viene espressa anche “per il rischio di un’ulteriore escalation militare a Gaza e per i piani annunciati dai rappresentanti del governo israeliano per impadronirsi dei territori”. Quindi viene ribadita la richiesta per un cessate il fuoco immediato e permanente attraverso un accordo negoziato tra Israele e Palestina che sfoci nella soluzione duratura e pacifica dei “due Stati”, nell’apertura dei confini per gli aiuti umanitari, nel pieno rispetto delle leggi internazionali e nella revisione dell’Accordo di associazione con Israele alla luce del suo articolo 2.
“Condanniamo il dispiegamento di forze e ci uniamo alle richieste per il rilascio di tutti gli ostaggi nelle mani di Hamas”, conclude il sindacato europeo, allegando sulla pagina dedicata del suo sito web la Risoluzione sul commercio dell'Ue con Israele e Palestina dello scorso aprile e l’appello “per un cessate il fuoco in Israele e Palestina e per la pace in Medio Oriente”.
E oggi, nel 77esimo anniversario della Naqba (la Catastrofe) – lo sfollamento forzato di oltre 800 mila palestinesi avvenuto con la creazione dello Stato di Israele –, si è svolto un flashmob davanti al ministero degli Esteri a Roma, organizzato da Amnesty international Italia. Un lungo panno rosso, a simboleggiare la scia di sangue delle vittime palestinesi, è stato srotolato davanti alla Farnesina dove campeggiava lo striscione "Stop al genocidio". Alla manifestazione hanno partecipato numerose associazioni, tra le quali Sbilanciamoci!, ActionAid, Anpi, Arci e Articolo21.