Poco dopo le quattro del mattino, a 120 miglia nautiche da Gaza, Israele ha intercettato le nove navi della Freedom flotilla coalition. Sono circa una decina le imbarcazioni militari che hanno circondato la spedizione umanitaria. Nel corso dell’abbordaggio la maggior parte delle dirette streaming sono state interrotte.

Il ministero degli Esteri israeliano ha confermato di aver bloccate le imbarcazioni che tentavano di raggiungere Gaza. “Un altro inutile tentativo di violare il legittimo blocco navale e di entrare in una zona di combattimento si è concluso nel nulla”, ha scritto il dicastero sui social: “Le imbarcazioni e i passeggeri sono stati trasferiti in un porto israeliano. Tutti i passeggeri sono al sicuro e in buona salute. Si prevede che saranno espulsi a breve”.

Freedom flotilla coalition, nell’ultimo post pubblicato sul canale Instagram della spedizione, afferma che le barche sono state “attaccate e intercettate illegalmente dai militari israeliani a 120 miglia nautiche da Gaza. L’esercito israeliano non ha giurisdizione legale sulle acque internazionali. La nostra flottiglia non rappresenta alcun pericolo. Trasportiamo aiuti vitali per un valore di oltre 110 mila dollari in medicinali, dispositivi respiratori e forniture alimentari, destinati agli ospedali di Gaza”.

Freedom flotilla coalition e Thousand madleens to Gaza aggiungono che “al momento fonti indicano che l’equipaggio disarmato a bordo, inclusi medici, giornalisti e funzionari eletti, è stato rapito, così come gli aiuti. La loro ubicazione rimane sconosciuta”.

La spedizione, composta da circa 240 componenti, prevedeva già la possibilità di essere fermata nel Mar Mediterraneo, in acque internazionali, come accaduto lo scorso mercoledì alla Global Sumud Flotilla. Questa nuova missione rappresenta un ulteriore tentativo di forzare il blocco navale israeliano al largo di Gaza per creare un corridoio umanitario permanente verso la Striscia.