Nel gennaio del 1912 scendono in sciopero contro l’ennesima riduzione dei salari gli operai e le operaie (insieme ai bambini la mano d’opera femminile è circa la metà della forza-lavoro) delle fabbriche tessili di Lawrence (Massachusetts). Nel giro di poche ore la richiesta di aumentare i salari si diffonde in tutte le fabbriche circostanti e già il 12 gennaio gli scioperanti - e soprattutto le scioperanti - toccano le diecimila unità.Durante lo sciopero un gruppo di giovani operaie di picchetto ai cancelli di una fabbrica issa - secondo alcuni per la prima volta nella storia - uno striscione con una frase che alla storia passerà: We want bread and roses too” (Vogliamo il pane ma anche le rose).

Parole che hanno fatto la storia

La frase - quasi letteralmente (Bread for all, and Roses too) già usata nel 1911 dall’attivista per il suffragio femminile e per i diritti delle donne, dei lavoratori e dei minori nelle fabbriche, l’americana Helen M. Todd - ispirerà il titolo della poesia Bread and Roses di James Oppenheim pubblicata sulla rivista The American Monthly (il poema sarà messo in musica da Mimi Fariña e registrato da vari artisti, tra cui Judy Collins, Ani DiFranco, John Denver e Josh Lucker).

“Da quando, nel 1912, venne scelta dalle operaie tessili di Lawrence come canzone - simbolo della loro dura lotta per il reddito e la dignità, ‘il pane e le rose’ non è più stato soltanto uno slogan né, tantomeno, una semplice canzone - si legge nella presentazione del volume Il pane e le rose. Femminismo e lotta di classe di Andrea Iris D’Atri - Autentico manifesto di un mondo a venire, ‘il pane e le rose’ sintetizza l’idea di una società dove si è più felici, realizzati, liberi. Una società, dunque, dove il tema dell’emancipazione della donna diventa il pilastro su cui fondare il senso di un riscatto collettivo, finalmente in grado di scardinare la divisione in classi e la relativa dinamica di sfruttamento e di oppressione economica e patriarcale”.

La morte di Anna Lo Pizzo, repressione e conquiste

È una storia d'incroci quella dello sciopero del Pane e delle Rose, una protesta che unisce alle rivendicazioni salariali quelle di genere. Quello del 1912 diventa ben presto uno sciopero operaio ma anche femminista, uno sciopero che purtroppo vede cadere Anna Lo Pizzo, migrante di origini italiane, sotto i colpi delle milizie padronali. La sera del 29 gennaio Anna, giovane scioperante di 34 anni, viene uccisa dalla polizia. Vengono arrestati i massimi dirigenti del IWW (Industrial Workers of the World) ma alla fine la lotta - come sempre - pagherà e le lavoratrici di Lawrence vinceranno su tutta la linea ottenendo maggiori garanzie sulla salute delle operaie e l’agognato aumento salariale.

“Ciò che la donna che lavora vuole - affermava Rose Schneiderman, leader femminista e socialista della Wtul, durante un discorso che rivendicava il diritto di voto femminile di fronte a una platea di suffragette benestanti a Cleveland - è il diritto di vivere, non semplicemente di esistere. Il diritto alla vita così come ce l’ha la donna ricca, al sole e alla musica e all’arte. Voi non avete niente che anche l’operaia più umile non abbia il diritto di avere. L’operaia deve avere il pane, ma deve avere anche le rose”. E alla fine le lavoratrici di Lawrence otterranno entrambe le cose.

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