L’11 gennaio 2015, in solidarietà alle vittime dell'attentato contro Charlie Hebdo e ai loro familiari, si spiegherà per le strade di Parigi un corteo di oltre due milioni di persone, oltre tre milioni e mezzo in tutta la Francia. Secondo le autorità francesi si è trattato della più grande manifestazione nella storia del Paese. Al corteo partecipano i premier delle nazioni europee e altri leader politici, come Benjamin Netanyahu e Abu Mazen.

“L’attentato contro il giornale francese Charlie Hebdo - scriveva l’allora segretario generale della Fiom, oggi della Cgil Maurizio Landini - rappresenta un orrendo crimine e un gravissimo attacco alla libertà di tutti. Con una simile strage che ha provocato morte e dolore sono anche stati colpiti valori come la libertà d’espressione, d’informazione e di stampa che sono tra quelli essenziali per la pacifica convivenza tra popoli, culture e religioni diverse. In un’assurda logica di terrorismo e guerra che va rifiutata e combattuta per preservare le fondamenta della nostra civiltà, per continuare a credere nella pace come valore assoluto e obiettivo prioritario per l’umanità”.

“È per questo che - aggiungeva il segretario - la Fiom Cgil aderisce alla manifestazione indetta dalla Federazione nazionale della stampa italiana, domani - giovedì 8 gennaio, ore 18 - partecipando alla fiaccolata di piazza Farnese a Roma”. Alla manifestazione, tra diversi parlamentari di Pd, Sel, Forza Italia e radicali, anche l’allora segretaria generale della Cgil Susanna Camusso, che invitava a tenere alta la bandiera della libertà di stampa senza però strumentalizzare l’attentato a Charlie Hebdo contro l’integrazione.

Alla fiaccolata di Piazza Farnese Franco Siddi, all'epoca alla guida della Fnsi, dirà: 

Il terrorismo si può nutrire di mille colori. È senza aggettivi. È negazione delle ragioni della vita a favore delle ragioni della morte. Non c’è ragione filosofica o di fede che lo giustifichi o lo confermi. E se il terrorismo è negazione della vita e non ha aggettivi, va combattuto senza aggettivi né giustificazionismi, né cercando di criminalizzare altri in ragione di categorie di appartenenza, per fede, politica o religiosa, per condizione sociale o etnica. Le spietate esecuzioni contro i colleghi di Charlie Hebdo, contro uomini della sicurezza e lavoratori, 'innocenti' in una parola, sono un dolore enorme per tutte le persone del mondo che vivono e credono nella libertà. È un atto terroristico orrendo di fronte al quale leviamo la nostra indignazione, la nostra voce di libertà che accendiamo ancora di più. Cordoglio, silenzio, pietà. Questo è momento di cordoglio: il nostro pensiero e le nostre condoglianze più sentite ai familiari, ai colleghi e agli amici delle vittime. Con queste nostre fiaccole davanti all’ambasciata di Francia a Roma esprimiamo le nostre condoglianze, la nostra solidarietà al popolo e alle Istituzioni della democrazia francese fondata sui tre principi centrali delle democrazie moderne: Liberté, Egalité, Fraternité! Non si uccide in nome di Dio, in nome di nessun Dio, come più volte ammonisce Papa Francesco e come ripetono le più alte autorità religiose dell’Islam e di altre religioni. Non ci pieghiamo a chi cerca di spargere sangue per alimentare nuovi odii, nuove violenze, altri morti. Chiediamo giustizia e rispetto per tutte le voci; promuoviamo incessantemente la cultura della pace. Questo è un momento di solidarietà con tutti coloro che lavorano in silenzio o sono costretti a battersi con forza per esercitare il loro diritto di espressione, di informazione, di satira. Questo è il momento della pietà e del raccoglimento, ciascuno con il suo pensiero o la sua preghiera, per i caduti ai quali offriamo questa nostra testimonianza, le luci delle nostre fiaccole, le parole di sostegno a Charlie Hebdo e a tutti coloro che sono in campo - anche maltrattati o prigionieri di regimi o terrorismi vari - per la libertà dell’informazione. Ci guida una ragione su tutte. Al fondamentale diritto umano della vita e al diritto di ognuno di scegliere, sul piano civile e pubblico, secondo le proprie inclinazioni, la propria formazione, le proprie idee, si unisce il fondamentale diritto alla libertà. E la libertà di espressione, di informazione e di satira è il pilastro centrale di tutte queste libertà perché, così, ogni persona trova collocazione ed è elevata ai suoi diritti di cittadino. Il massacro terroristico di Parigi attacca e uccide giornalisti e lavoratori e cerca di spegnere la voce di un giornale. Non dovrebbero essere queste tragedie a ricordarlo a tutti, ma giornali e giornalisti sono le vere sentinelle delle libertà civili. I caduti erano e sono sentinelle e da oggi sono eroi - e ne avrebbero fatto sicuramente a meno noi con loro - delle libertà civili di tutti. Questo va ricordato anche a chi periodicamente lo mette in dubbio. Nessuno pensi di poter introdurre, con questi massacri, con le violenze, la legge del silenzio e della cancellazione dello spirito critico liberamente espresso. Nessuno potrà comunque fermare la voglia di libertà e il bisogno di vivere in democrazia degli uomini e delle donne nel mondo. Per ognuno che cade - è dura - ma è così, altri cento continueranno ad alimentare le parole, le immagini, i pensieri, i giudizi, anche quelli più vivaci che significano libertà di espressione e libertà di informazione. Sta accadendo così, anche adesso, con centinaia di manifestazioni pubbliche in tutto il mondo, con la solidarietà e l’attività di tutta la Federazione mondiale dei giornalisti, Ifj, perché le idee e le opere della libertà non si spengono e non si cancellano con le armi e neanche con le minacce più dure.

Meno di un anno dopo, il 13 novembre 2015, la Francia sarà nuovamente colpita dalla violenza terroristica.

“Cari compagni e cari amici - scriverà la segretaria generale della Cgil a nome di tutta la Confederazione ai sindacati francesi - a nome della Cgil esprimo la più ferma e risoluta condanna per l’attacco terroristico che ieri a Parigi ha causato la morte di tante donne e tanti uomini innocenti, gettando nel panico la città e suscitando orrore e sgomento presso la comunità internazionale e nelle coscienze di tutti coloro che credono nella democrazia e nella civile convivenza. Dopo l’attacco a Charlie Hebdo, Parigi e la Francia si trovano ad affrontare un nuovo atto di barbarie e ferocia inaudita, condotto contro persone e obiettivi che non hanno alcuna responsabilità per le guerre e i conflitti che si sono determinati nel mondo. La Cgil  è al vostro fianco, così come siamo vicini a tutti i cittadini e i lavoratori francesi e alle famiglie delle vittime di questa nuova tragedia. Siamo sicuri che reagirete di fronte all’evidente tentativo di introdurre paura e tensione permanente nella vita quotidiana, un tentativo che va respinto non cedendo al ricatto della violenza cieca e rispondendo con fermezza e determinazione sul piano della civiltà e dei principi di libertà. Continueremo a lavorare insieme, nelle strutture europee ed internazionali del sindacato, perché alla violenza e al terrore si risponda rilanciando il dialogo e il processo di pace, in Siria, in Medio Oriente e in tutte le aree di guerra nel mondo, come unica strada possibile per raggiungere uno stabile e democratico equilibrio e per interrompere la spirale drammatica che nel corso di questi anni ha provocato lutti, distruzione, esodo di tanti profughi e rifugiati”.

Perché - e mai come questo anno ce lo ha dimostrato - "ci si salva e si va avanti solo tutti insieme".