La festa del Primo Maggio nasce internazionale e internazionale resta anche in tempi di pandemia, anche quando le piazze si svuotano e si riempiono i balconi. Così oggi il messaggio rimbalza dall'Europa all'Africa e fa il giro dei cinque continenti: il lavoro è la speranza. È la rete a unire le voci in una giornata che mai come adesso è all'insegna della solidarietà, la stessa che aveva mosso i medici cubani e cinesi ad arrivare in Italia, quella che - sostengono le organizzazioni sindacali ovunque - sarà il vero antidoto.

Un primo maggio virtuale che dal dolore, dai lutti e dalla crisi promette speranza ma lo fa con la consapevolezza che domani ci sarà da lottare. Secondo la Confederazione sindacale internazionale: "Si prevede che nel mondo andranno perduti duecento milioni di posti di lavoro, milioni di persone rischiano di cadere in povertà e le vecchie e profonde diseguaglianze già esistenti di diventare ancora più acute. Gli effetti di questa crisi - ha spiegato il sindacato internazionale in una nota diffusa alla vigilia delle celebrazioni - hanno messo brutalmente in evidenza il fallimento di un modello di globalizzazione che è stato imposto al mondo del lavoro, con sistemi sanitari pubblici debilitati dall'austerità e diritti del lavoro erosi che hanno lasciato milioni di persone esposte. Le discriminazioni nei confronti di donne, migranti, minoranze etniche sono un altro aspetto di un sistema che va cambiato".

Ed è su questo che i sindacati si muovono all'unisono. Stesse parole d'ordine, stesso richiamo, oltre ogni confine. L'obiettivo è che nessuno venga lasciato indietro, la sfida che si riesca a cogliere quest'occasione per creare un nuovo modello sociale. "Solo tutti insieme - ha dichiarato il segretario generale della Cgil Maurizio Landini nel messaggio che viene pubblicato oggi sul sito Labourstart.org impegnato in questa celebrazione virtuale - possiamo salvarci".

È il primo maggio del lavoro ferito, è vero. Ma è soprattutto il Primo maggio del lavoro che spera. Le lunghe dirette delle organizzazioni sindacali rimbalzate fin da ieri da un canale social all'altro, da una nazione all'altra, hanno guardato tutte al domani. Non solo a come e quando ripartire dopo il Coronavirus ma anche a come recuperare il terreno perduto per costruire uno stato sociale che renda esigibili quei diritti universali garantiti dalla Carta universale e tra questi, il lavoro, la salute, l'istruzione.

Da un lato ci sono le parole, le rivendicazioni, le proposte, dall'altro c'è la musica che ad esse, come ogni Primo Maggio che si rispetti, si accompagna con un concerto di solidarietà internazionale dalle 11 del mattino fino a sera e artisti in collegamento dall'Argentina come dal Belgio, dalle Filippine come dal Portogallo. Ci saranno anche gli Inti-Illimani dal Cile, un canto con la ragione e la forza per ricordare a tutti che, come la storia insegna, "El pueblo unido jamàs serà vencido".