Si è svolta oggi (lunedì 14 ottobre) la manifestazione a Roma di Cgil Cisl e Uil per “esprimere la profonda preoccupazione di fronte ai bombardamenti contro la popolazione curda nel nord della Siria e all'ingresso di truppe turche in Siria”. L'appuntamento era fissato alle ore 17.30 a piazza Santi Apostoli. C'è stata grande affluenza all'iniziativa per manifestare solidarietà al popolo curdo.

“Un'escalation militare che si sta generando nella Siria già martoriata dalla guerra cominciata nel 2011, con oltre 250 mila vittime, quasi la metà civili, che hanno perso la vita nel conflitto violento contro l’Isis”, recita una nota firmata dai segretari confederali Nino Baseotto (Cgil), Giorgio Graziani (Cisl) e Pierpaolo Bombardieri (Uil). I sindacati rilevano che “il conflitto, per il quale si era costituita una coalizione internazionale dal 2014 con il sostegno degli Stati Uniti di Barack Obama, aveva visto soprattutto donne e uomini dell’esercito curdo battersi in prima linea per respingere l’offensiva del sedicente stato islamico e finalmente costringerlo alla resa. La decisione del presidente della Turchia Erdogan di attaccare di nuovo la Siria di Bashar Assad, con lo scopo di liberare l’area dai curdi, ha avuto sostanzialmente il via libera dal presidente Usa Donald Trump, che ha così voltato le spalle ai combattenti che hanno guidato la resistenza contro i fondamentalisti islamici dell’Isis”.

“In tutto questo – osservano i sindacati – assistiamo al silenzio dell’Europa, che fino a oggi ha stretto un accordo con la Turchia, chiudendo un occhio sulla più che discutibile guida politica di Erdogan, in totale contrapposizione con i princìpi di difesa dei diritti umani cui tutti i valori europei sono ispirati, pagando 6 miliardi di euro per il mantenimento dei campi profughi degli esuli siriani. Europa che tace anche di fronte alla minaccia di inviare i profughi verso il nostro continente”.

Cgil, Cisl e Uil esprimono la preoccupazione dei lavoratori italiani di fronte all'aggravamento della crisi che già determina ulteriori perdite di vite umane e potrebbe destabilizzare completamente gli equilibri politici internazionali. E fanno appello alla comunità internazionale perché si fermi immediatamente la deriva militare e si apra una conferenza che affidi alla diplomazia la soluzione di tutti i problemi tuttora aperti nella regione. “Anche in linea con le posizioni espresse dalla Ces nella lettera inviata ai vertici delle istituzioni europee – concludono – facciamo appello al governo italiano perché si attivi per una iniziativa dell'Unione Europea che riveda gli accordi con la Turchia e si faccia garante per la ricerca di una soluzione pacifica con l’apertura immediata di una piattaforma multilaterale in sede Onu che garantisca innanzitutto la pace e la tutela dei diritti umani”. 

Dalla piazza, la Cgil nazionale si è poi espressa in un tweet: "Come diceva un nostro eroe - si legge -: Le persone passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altre persone". Il messaggio è dedicato a Hevrin Khalaf, l'attivista per i diritti delle donne assassinata dai terroristi islamisti.