In arrivo, è atteso subito dopo Pasqua, un Dpcm del Governo che dovrebbe dare in via alla fusione tra RaiWay e EI Towers, le società di Rai e Mediaset proprietarie dei tralicci e delle antenne per trasmettere i contenuti. E a ceder quote sarebbe RaiWay. Insomma la società a controllo pubblico si fonderebbe con quella privata diminuendo la partecipazione dello Stato. Ma incassando risorse, unico scopo delle diverse privatizzazioni che il Governo sta cercando di realizzare. Peccato che, da un lato il settore delle Tlc e delle trasmissioni radio tv è assai delicato, attiene al perimetro dei beni pubblici, e la cessione corrisponde a cedere al concorrente. Dall’altro lato cedere quote significa rinunciare a utili e dividendi.

A rischio è anche la missione della Rai

La vicenda della possibile fusione fra Rai Way ed EI Towers “non fa che aumentare il grado di confusione che si registra intorno all’azienda Rai”. Lo afferma il segretario nazionale di Slc Cgil, Riccardo Saccone: “passare con assoluta disinvoltura dalla ipotesi di ulteriore privatizzazione della quota pubblica di Rai Way, fino alla soglia del 51% nei progetti di qualche mese fa, a quella della realizzazione del “polo nazionale delle torri”, con la possibilità per la Rai di scendere nel capitale di controllo al 30%, e forse anche meno, non fa che rafforzare la convinzione che dietro questi progetti non ci sia tanto un “piano industriale” quanto un progetto per far cassa ed “estrarre valore” per il mercato a danno degli interessi della collettività”.

A rischio anche i conti

La preoccupazione del Sindacato dei Lavoratori della Comunicazione della Cgil riguarda anche l’aspetto economico: “qualora si arrivasse davvero a questa decisione -fa rilevare ancora Saccone- sarebbe interessante capire con quali soldi Rai finanzierebbe il proprio nascituro piano industriale dal momento che -spiega il sindacalista- 190 milioni dei 220 totali destinati alla trasformazione digitale della Rai derivavano proprio dalla cessione di un ulteriore 15p.c. di quote azionarie Rai in Rai Way”.

Strategia miope

Secondo Saccone “il filo conduttore della prossima tornata di privatizzazioni, -e la vicenda Rai Way purtroppo non fa eccezione- pare essere più che altro il desiderio di fare cassa, peraltro più teorica che reale, indebolendo ancora di più la presenza dello Stato in settori strategici, regalandoli a dinamiche di mercato che hanno spesso dato prova di non fare gli interessi del paese, un caso su tutti quello di Tim”. “Riteniamo sbagliato questo approccio -insiste il dirigente sindacale -, e, nel caso particolare di Rai e Rai Way anche pericoloso per la tenuta stessa della più grande azienda culturale del Paese”.