"Non subiremo in silenzio una manovra in cui il Governo intende ancora una volta fare cassa sui pensionati, come confermano l’ipotesi di un ulteriore taglio alle rivalutazioni e l’assenza di qualsiasi traccia di riduzione della pressione fiscale sui redditi da pensione". A meno di una settimana dalla manifestazione nazionale indetta dalla Cgil e da oltre cento associazioni contro le politiche del governo Meloni, in programma a Roma il 7 ottobre, il segretario generale dello Spi Cgil Friuli Venezia Giulia Roberto Treu spiega così le ragioni che porteranno nella capitale centinaia di pensionati della regione. "Pensionati e lavoratori dipendenti – spiega Treu – sono le categorie che stanno pagando il prezzo più alto alla crisi, alla corsa dell’inflazione, che in due anni ha tagliato almeno del 20% i redditi reali delle persone, all’assenza di una riforma fiscale che redistribuisca risorse verso i redditi medio bassi e contrasti l’evasione. Questo Governo è andato in direzione contraria, come testimoniano l’estensione della flat tax per gli autonomi fino ai redditi di 85mila euro e il continuo ricorso a condoni, rottamazioni e sanatorie, che premiano chi non paga le tasse".

Rivalutazioni: in Fvg tagli per 80mila

A finanziare misure come quella sulla flat tax, denuncia ancora Treu, sono gli stessi pensionati. "Il costo del taglio alle rivalutazioni introdotto con la Finanziaria 2023 – spiega – è di 3,5 miliardi l’anno, con un effetto permanente e non recuperabile sui redditi dei pensionati, colpiti dopo aver versato contributi per tutta la vita lavorativa. Non è vero che ne escono penalizzate solo le pensioni alte: i tagli partono dai 2.100 euro lordi, quindi circa 1.700 netti, e riguardano oltre un quinto della platea dei pensionati: in Fvg stiamo parlando di 77mila famiglie, con un taglio medio di 900 euro all’anno. Non solo non si parla di rivedere questa misura, con cui si è disatteso un ben preciso impegno che era stato preso con i pensionati dal precedente Governo, ma si prospettano addirittura tagli più incisivi, solo con l’obiettivo di fare cassa".

Emergenza bollette

Ad aggravare ulteriormente la situazione dei pensionati e di tutte le famiglie a reddito fisso le prospettive di nuovi aumenti nei costi energetici, "quelli che negli ultimi due anni hanno fatto segnare rincari medi di oltre 30 punti percentuali», rimarca Treu, che punta l’indice contro la definitiva liberalizzazione dei mercati, prevista dal 1° gennaio 2024 con l’annunciato addio alle tariffe di maggiore tutela. «Il completo passaggio al libero mercato – denuncia il segretario dello Spi – porterà a pesanti aumenti delle tariffe». Da qui l’esigenza, per lo Spi, non solo di una nuova proroga per il regime tutelato, ma anche dei bonus e delle altre misure di sostegno previste per le fasce deboli.

Sos sanità

Tra i temi della manifestazione del 7 ottobre anche la crisi della sanità pubblica: "Il declino del servizio sanitario – dichiara Treu – appare inarrestabile anche in questa regione, come confermano i dati drammatici sulle liste di attesa, sulla mancanza di medici di base, che colpisce ormai una famiglia su sei, sulla fuga di personale, effetto non solo dei pensionamenti, ma anche di un continuo esodo verso il privato. Invece di incidere alla radice sulle cause del declino con politiche strutturali di investimento sulla sanità pubblica, si continua a drenare risorse verso le strutture private, contribuendo ad aggravare la crisi del pubblico, senza alcun effetto positivo in termini di riduzione delle liste di attesa e contribuendo anzi ad aumentare il numero di persone che rinunciano a curarsi. È ora di invertire la rotta, in Friuli Venezia Giulia come a Roma,  e di tornare a ribadire la centralità del servizio sanitario pubblico come unica garanzia di universalità del  diritto alla salute".