Come se l’inflazione non bastasse a rincarare i prezzi di beni e servizi, in periodo di vacanze ci si mette anche la speculazione. Basta guardare la corsa dei carburanti: il 7 agosto per un litro di benzina abbiamo speso in media 1.933 euro (fonte Staffetta Quotidiana), e 1,813 euro per il gasolio. Si tratta di livelli a cui si sono attestati dopo un weekend di rialzi e dopo l’obbligo a carico dei distributori, scattato a inizio mese, di esporre con un cartello i prezzi medi regionali, un escamotage messo a punto dal governo che avrebbe dovuto mettere un freno agli aumenti e che in molti invece giudicano un flop.

Il costo esagerato di benzina e diesel non è l’unico a rovinare le nostre ferie e ad alleggerire le nostre tasche. Un’indagine Demoskopika ha rilevato una crescita media del 9 per cento dei prezzi nel turismo, con un aggravio complessivo vicino ai 4 miliardi e con balzelli maggiori rispetto a Spagna, Grecia e Francia. Risultato: più di una famiglia su dieci rinuncerà a viaggi e vacanze a causa del caro prezzi.

1.788 euro di aggravio

“Anche se l’inflazione a luglio ha proseguito la sua lenta discesa – afferma Michele Carrus, presidente di Federconsumatori -, attestandosi al 6 per cento, e anche se in modo impercettibile si riduce il tasso del cosiddetto carrello della spesa, che si è fermato al 10,4 per cento, gli aggravi sono comunque pesanti: 1.788 euro annui a famiglia. L’impatto sui nuclei meno abbienti è più forte, in molti casi insostenibile. Per questo chiediamo da tempo più sorveglianza sui prezzi. Anche la misura che prevede i cartelli al distributore potrebbe contribuire ad aumentare la trasparenza nei confronti dei consumatori, ma deve essere accompagnata da severi controlli a tappeto, affinché non vi siano allineamenti sospetti al rialzo”.

Allerta rapida prezzi

Per arginare la crescita dei prezzi, una battaglia dalle armi spuntate, è stata costituita una commissione di allerta rapida, composta da rappresentanti delle associazioni dei consumatori, il Garante dei prezzi e il presidente del Consiglio nazionale consumatori e utenti.

L’ipotesi è mettere a punto un paniere di prodotti fondamentali: alimentari, beni per l’igiene, per l’infanzia, per la scuola, i trasporti, ma anche farmaci e prestazioni per la cura della persona, insomma 2-300 prodotti e servizi essenziali che tutti noi usiamo frequentemente, sui quali è possibile fare un monitoraggio rapido e costante, due volte a settimana, nei diversi canali di vendita. L’obiettivo è promuovere dinamiche competitive al ribasso.

Poteri sanzionatori

“Questo consentirebbe al cittadino di orientarsi e alle istituzioni di smascherare il commerciante quando pratica un prezzo speculativo – conclude Carrus -. Oltre all’attività di sorveglianza partecipata, territoriale e capillare, è necessario però rafforzare anche i poteri sanzionatori di Mr Prezzi, con strumenti che hanno effetto dissuasivo dei comportamenti scorretti sul mercato, pur mantenendo la libertà di azione. Non vagheggiamo il ritorno ai prezzi amministrati, ma tutto ciò che favorisce la trasparenza sappiamo che è utile per una sana competizione. Il governo ha scelto di imprimere un’accelerazione a questo lavoro, ma vuole davvero frenare l’inflazione o piuttosto preferisce affidarsi al buon cuore della grande distribuzione organizzata con un’adesione su base volontaria?”.