La Commissione Cultura della Camera ha approvato un emendamento al disegno di legge Valditara che estende il divieto di attività didattiche legate alla sessualità anche alle scuole medie, oltre che all’infanzia e alle elementari. Il provvedimento, presentato come tutela del “consenso informato” delle famiglie, limita la possibilità per le scuole di organizzare percorsi su affettività e sessualità, anche con esperti esterni.

Caterina Rapini, attivista dell’associazione Scosse e della rete Educare alle differenze, commenta: “Questo divieto non protegge i bambini, ma li priva di strumenti fondamentali per comprendere sé stessi, il proprio corpo e le relazioni. Si colpiscono esperienze educative che, da anni, contribuiscono a prevenire stereotipi, violenza e discriminazione”.

L’Italia resta tra i pochi Paesi in Europa dove l’educazione sessuale non è materia obbligatoria. Finora molte scuole avevano sfruttato l’autonomia per avviare progetti specifici, che ora rischiano di scomparire. Il futuro dell’educazione affettiva a scuola appare sempre più incerto.