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II video sul pestaggio che sarebbe avvenuto avvenuto all’interno del Cpr di Gradisca d’Isonzo pone per l’ennesima volta in drammatica evidenza il tema delle condizioni di vita e di lavoro all’interno di queste strutture. La segreteria della Cgil del Friuli Venezia Giulia e la Camera del Lavoro di Gorizia condannano senza se e senza ma l’uso della violenza e chiedono alla magistratura di fare piena luce sull’episodio e sui suoi eventuali responsabili, a tutela non solo della vittima, ma anche dei lavoratori estranei a quanto avvenuto.
Ribadiscono inoltre l’appello alla chiusura di questi centri, vere e proprie prigioni dove sia i cittadini stranieri trattenuti sia i lavoratori, dalle forze dell’ordine al personale delle cooperative coinvolte nella gestione, sono costretti a vivere e a operare in condizioni inaccettabili. Il frequente ricorso a forme di segregazione e violenza, le condizioni igieniche e alimentari, i buchi neri nella gestione dei Cpr sono fatti all’ordine del giorno e che dovrebbero portare, in un Paese che voglia definirsi civile, a chiudere queste strutture e individuare forme di accoglienza in grado di garantire il rispetto dei diritti individuali e la dignità delle persone trattenute.
L’attuale governo si sta muovendo purtroppo in direzione opposta: lo dicono le decine di milioni buttati in Albania per replicare anche all’estero il modello dei Cpr, lo dice un decreto sicurezza in virtù del quale un cittadino straniero trattenuto in queste strutture può essere incarcerato solo per aver espresso la propria protesta e il proprio dissenso. La Cgil lo ha chiesto più volte e lo ribadisce in questa occasione: i Cpr sono una piaga della democrazia e una vergogna per il nostro Paese e per il Friuli Venezia Giulia, espressione di un sistema abominevole che non può essere ripensato, ma va semplicemente abolito.
Daniela Duz, segreteria Cgil Fvg
Andrea De Luca, segretario generale Cgil Gorizia