Davide Siliquini fa parte di quel piccolo paese di oltre 7 mila persone che ogni giorno si sposta da Rimini, Pesaro Ubino, Modena e va a San Marino a lavorare, una schiera di frontalieri che varca i confini dello Stato per portare a casa uno stipendio.

Lui fa l’operaio in un mobilificio ed è delegato Nidil Cgil. Ha preso come una buona notizia l’approvazione all’unanimità al Senato della ratifica dell’Accordo tra Italia e Svizzera sui transfrontalieri, in cui è prevista una norma sul trattamento fiscale che aumenta la franchigia a 10 mila euro anche per i redditi di chi va a lavorare a San Marino.

“Ma in fatto di diritti e tutele ancora non ci siamo – spiega Davide -. Lo Statuto dei lavoratori per esempio a noi non si applica, e neppure tante altre norme che come italiani ci garantirebbero di più, come la legge 104. In definitiva la nostra è una precarietà di frontiera”.