Nei giorni scorsi un lavoratore settantenne ha avuto una bella sorpresa. Si è infatti recato presso l’Inca di Fidenza per fare domanda di assegno sociale, vista l’età e la sua situazione di bisogno. In passato aveva provato a ottenere la pensione di vecchiaia, ma il Patronato a cui si era rivolto gli aveva detto di non averne diritto, mancando la contribuzione minima dei 20 anni e non ci aveva più pensato.

Aveva infatti una contribuzione di poco superiore a 15 anni di lavoro. Al Patronato Inca Cgil, tuttavia, c’è l’abitudine a ricercare i “diritti inespressi”, ossia i diritti posseduti da chi non ne è consapevole e invece di procedere semplicemente alla richiesta di assegno sociale sono iniziate le verifiche sull’estratto contributivo Inps.

È così emerso che il lavoratore, con lunga anzianità contributiva e molti lavori a tempo determinato, poteva fare valere la deroga prevista dalla Riforma Amato del 1992 e andare in pensione di vecchiaia con almeno 15 anni di contributi. Così a seguito di domanda trasmessa dall’Inca, con citata in nota la deroga, l’Inps ha liquidato la pensione e riconosciuto tutti gli arretrati per un importo di 32mila euro.

“Casi simili, con importi diversi, ne abbiamo quotidianamente – segnala Luca Ferrari, direttore Inca Parma -. Le tematiche previdenziali spesso sono molto complesse e a tal proposito invitiamo lavoratori e cittadini a rivolgersi con fiducia alle nostre sedi dove troveranno professionalità adeguata e la volontà di approfondire le singole situazioni personali al fine di recuperare tutti i diritti che è possibile fare valere”.