In principio era il blocco navale. Urlato, ringhiato, sbraitato alle folle di mezza Italia. Una volta al governo neanche i pedalò sulla riviera romagnola avrebbero fatto sbarcare se sprovvisti di regolare documento. Poi un bel giorno al governo ci sono arrivati per davvero e le promesse sono diventate quelle tipiche da marinaio. Come può uno scoglio arginare il mare? Canticchia pensierosa dal 25 settembre la nostra premier. Non si capacita che da quando è al timone del Titanic gli arrivi sono più che triplicati. “Scarti residuali” approdano da ogni dove e l’emorragia non si arresta neanche intimando alle ong di scaricarli in Val d’Aosta. L’ultimo consiglio dei ministri ha perfino deliberato lo stato d’emergenza nazionale, come se da gestire fosse un terremoto o una pandemia invece che un’ordinaria umanità. Più onesto decretare lo stato confusionale in cui versa questo esecutivo.