Ad alzare la testa per prima è stata la società civile umbra. A gridare nella piazza del 21 giugno a Perugia Libere di scegliere! Dopo che la giunta Tesei, leghista, aveva deciso di imporre un ricovero di tre giorni alle donne che avessero richiesto la somministrazione della Ru486. In queste ore il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha reso noto l’aggiornamento delle linee guida sull’aborto, stabilite dal Consiglio superiore di sanità.

Non ci sarà il ricovero obbligatorio e il periodo in cui è possibile accedere alla somministrazione si allunga, passando da 7 a 9 settimane. L’aborto farmacologico si potrà fare in day hospital. “La 194 – ha detto Speranza, riferendosi alla legge del 1978 sull’interruzione volontaria di gravidanza – è e resta una norma di civiltà del nostro Paese”. Una vittoria su tutta la linea per le donne e per quel pezzo della nostra società, Cgil in testa, che si batte ogni giorno contro i tentativi di riportarci indietro. La sintesi perfetta, fotografata da un hashtag che sta spopolando in queste ore, è: #obiezionerespinta.