Di loro in piena emergenza coronavirus non parla quasi nessuno. Sono i migranti ammassati nelle tante baraccopoli, tendopoli e insediamenti informali che accolgono le centinaia di migliaia di braccia senza le quali molta della frutta e della verdura che mangiamo non sarebbe sulle nostre tavole. A cominciare dalla Piana di Gioia Tauro, nella tendopoli di San Ferdinando (che ospita 500 migranti provenienti da Ghana, Mali, Senegal, Costa d'Avorio, Niger, Burkina Faso, Nigeria e Gambia) e negli altri insediamenti informali di braccianti, dove le tensioni create dal rischio contagio da coronavirus si fanno sentire. Il rischio è che la bomba sociale finisca per esplodere.

È doppio dunque lo sforzo che la Cgil continua a fare in questo territorio: oltre alle normali attività di assistenza a persone in forte disagio, si somma ora il costante presidio sociali per evitare che, appunto, la situazione possa ulteriormente peggiorare.

Qualcosa per migliorare le condizioni di sicurezza dei migranti è stato fatto. All’esterno dell’area è stata allestita una tensostruttura per isolare eventuali casi di contagio, e preparato un registro per monitorare gli arrivi dalle zone vicine. Sono stati anche distribuiti gel disinfettante, guanti e mascherine, ed è stata effettuata la sanificazione. Ma ovviamente non basta.

Adesso, continua la sindacalista, “nel rigoroso rispetto delle disposizioni del Governo, stiamo continuando a garantire la nostra azione quotidiana di tutela e presenza su tutta la Piana, perché proprio in questo momento così drammatico e delicato ancor di più come sindacato siamo chiamati a presidiare il territorio, senza arretrare rispetto al ruolo cui siamo chiamati a svolgere, mettendo in atto tutte le azioni possibili per contrastare la diffusione del Covid-19 soprattutto tra i più deboli e gli emarginati senza fissa dimora ed in condizioni di estrema vulnerabilità”.

Non sarà facile, ovviamente. Risponde Logiacco: “È chiaro che adesso a causa dell’emergenza Covid-19 tutto è più complicato. Questa ulteriore emergenza si abbatte pesantemente sulle già precarie condizioni di vita e di lavoro dei migranti nella piana e rischia di sfociare in episodi diffusi di tensione sociale. Oggi le condizioni lavorative e abitative sono diventate ancora più precarie, senza lavoro e senza alcun reddito, si vive nella paura e in una situazione di disagio crescente”.

È chiaro che in una situazione come questa l’attività di un sindacato inclusivo, presidio del territorio per i più deboli e capace di uscire dalle proprie sedi tradizionali per andare incontro a lavoratrici e lavoratori, soprattutto i più deboli e vulnerabili, diventa ancora più essenziale. Continua e si rafforza, dunque, a Gioa Tauro l’attività dello sportello informativo e di consulenza amministrativa, legale e sindacale e il punto di ascolto e tutela su servizi, occupazione e famiglia rivolto alle donne.

Una grande sfida, nell’emergenza, per un sindacato moderno. E che riguarda ovviamente altri territori del paese: “Siamo preoccupati - ha detto il segretario confederale della Cgil Giuseppe Massafra - per tutti quei migranti che, nel nostro Paese, lavorano in agricoltura, in edilizia, nei servizi di cura, nel settore della logistica, che abitano nelle tendopoli, nei ghetti, nei quartieri periferici delle nostre città e che continuano ad essere invisibili”. “Questa situazione si abbatte pesantemente - sottolinea Massafra - sulle già precarie condizioni dei migranti e rischia di sfociare in episodi diffusi di tensione sociale”.