Cultura e turismo: ripresa, sostegno e prospettive.  Si è tenuta stamattina (9 aprile) a Vizzini, in provincia di Catania, la tavola rotonda promossa dal sindacato, che mette insieme amministrazioni locali, operatori del turismo e della cultura. L’incontro fa parte di un progetto di rilancio dell’area del Calatino, fortemente voluto dalla Cgil siciliana, ma guarda anche al resto del paese, offrendosi come fucina di sperimentazioni. Non a caso, l’iniziativa nasce dal lavoro che la Cgil Nazionale sta facendo da diversi mesi su un piano per il rilancio della cultura e del turismo, e che coinvolge anche le due categorie direttamente interessate, la Filcams e la Slc.

I due settori, messi in ginocchio dalla pandemia e senza prospettive immediate di ripartenza, sono indissolubilmente legati. Per ripartire serve, secondo la Cgil, un ripensamento strutturale, un piano strategico di valorizzazione delle aree interne, dove turismo, spettacolo e cultura sono gli elementi fondamentali di un progetto di sviluppo. “Non il turismo intensivo e di massa- dice Maurizio Calà, coordinatore nazionale servizi e territorio della Cgil – ma quello più lento delle aree interne, delle regioni meridionali, fatto di percorsi costruiti insieme”. La Cgil esorta, in questo senso, i sindaci a farsi promotori di progetti che valorizzino un territorio in cui il turismo culturale e quello naturalistico sono, per natura stessa di quel territorio, inscindibili. L’unica, vera ricchezza su cui investire.

La strada indicata dalla Cgil è quella che punta sulla filiera e sulla valorizzazione del patrimonio diffuso. Occorre prospettare un diverso rapporto tra città e piccoli centri, tra musei e risorse paesaggistiche, cultura e tradizioni, prodotti tipici locali. “Manca una visione d’insieme – osserva Calà- e questo genera grandi contraddizioni: da un lato luoghi consumati dal turismo mercificato, dall’altro posti lasciati fuori da qualsiasi circuito”. “Bisognerà sostenere le imprese martoriate dalla pandemia; favorire la digitalizzazione del lavoro, salvaguardando al tempo stesso l’occupazione; contrastare il lavoro sommerso estremamente diffuso; provare a uscire dalla logica della stagionalità”. E poi, le infrastrutture. Non esiste turismo senza posti facili da raggiungere.

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“Dall’emergenza si esce solo con una strategia organica – conclude Calà- superando la logica della frammentazione”.

Il progetto per rilanciare l’area del Calatino prevede anche la collaborazione con i teatri stabili siciliani che, nonostante lo stop di tutte le attività legate allo spettacolo dal vivo, hanno continuato a percepire le risorse provenienti dal Fondo unico dello spettacolo. L’idea è che il Teatro Stabile di Catania, il Teatro Biondo e il Teatro Massimo di Palermo lascino le città, per portare le proprie produzioni anche in provincia e nei borghi.

Una sperimentazione che parte da un piccolo e bellissimo pezzo di Sicilia, ma che per Cgil, Slc e Filcams deve essere esportata nel resto d’Italia. A partire dalle altre regioni del Sud.