Gli istituti bancari finanziano in maniera massiccia i principali responsabili della crisi climatica, i combustibili fossili e l’agricoltura industriale, rispettivamente con 3,2 trilioni di dollari e 370 miliardi. Mentre le azioni di contrasto al climate change racimolano dagli Stati solo le briciole, 24 miliardi di dollari, venti volte di meno.

Il dato emerge dal recente rapporto How the Finance Flows di ActionAid, che analizza i flussi delle principali banche verso 134 Paesi del Sud globale e denuncia come questo squilibrio stia gravemente danneggiando le comunità di Africa, Asia e America Latina, dove gli impatti sono sempre più devastanti, tra cicloni, incendi, siccità e inondazioni mai sperimentate prima. 

A sette anni dall’Accordo di Parigi, un fiume di denaro gigantesco, proveniente da Hsbc, Bnp Paribas, Barclays, Citibank, JPMorgan Chase e Mitsubishi Ufj Financial, tra i maggiori finanziatori dei combustibili fossili e dell’agribusiness, va ancora ad alimentare ciò che provoca i cambiamenti climatici. Nel settore dell’industria agroalimentare primeggia Hsbc con 17,2 miliardi di dollari destinati tra il 2016 e il 2022, seguita da JPMorgan Chase, Bank of America, Citigroup e Mitsubishi UFJ. A beneficiarne di più è la Bayer, secondo produttore mondiale di agrochimica, che dal 2016 ha ricevuto circa 20,6 miliardi di dollari. 

“Questi investimenti stanno andando nella direzione sbagliata, destinati più alle cause della crisi climatica che alle soluzioni – spiega a Collettiva.it Marco De Ponte, segretario generale ActionAid Italia -. È inaccettabile che le banche più importanti al mondo dichiarino pubblicamente l’impegno sul clima, ma continuino a finanziare combustibili fossili e agricoltura industriale. A farne le spese sono le comunità in Africa, Asia e America Latina che subiscono l'impatto delle decisioni prese nei consigli di amministrazione nel Nord del mondo, dove si concentra il potere economico e decisionale. Ma ne fanno le spese anche gli italiani, dati gli effetti che il cambiamento climatico sta producendo in Europa”.

ActionAid chiede alle banche un'immediata interruzione dell'espansione dei progetti legati a questi business, ai governi una maggiore regolamentazione dei settori bancario e finanziario e la promozione di transizioni giuste verso soluzioni sostenibili. Con la campagna #FundOurFuture lavorerà anche con gli investitori italiani, privati ma in particolare pubblici, per evidenziare le possibilità e il dovere a cui tutti siamo chiamati di invertire la rotta.