“È un precedente gravissimo. Non si può aggirare un referendum e riproporre subito dopo una norma simile. Oggi è successo a noi, domani potrà accedere a qualunque altro soggetto che vorrà promuovere una consultazione popolare. A questo punto, è battaglia non solo per noi, ma anche per la democrazia”. Così il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli commenta ai microfoni di RadioArticolo1 i motivi che porteranno il sindacato in piazza sabato 17 giugno per protestare contro la reintroduzione dei voucher. “Non è in discussione la solidità della democrazia italiana che per fortuna è solida – precisa –, ma c’è comunque un comportamento scorretto sul piano istituzionale, non per questo meno grave”.

La manifestazione del 17 fornirà una doppia occasione. “Da un altro – osserva il dirigente sindacale – rilanciamo con forza la denuncia sul mancato rispetto delle regole e perciò mi auguro che in quella piazza ci saranno tante persone, anche chi non condivide la nostra proposta specifica. Dall’altro lato, abbiamo di nuovo la possibilità di far parlare il Paese di lavoro e di riproporre l’iniziativa più generale che la Cgil sta portando avanti per sostenere la Carta dei diritti”.

 

“Avevamo un chiesto il referendum per cancellare i voucher e avevamo anche dato la nostra disponibilità a regolamentare il lavoro occasionale, soprattutto in ambito familiare”, ricorda poi Ghiselli nel ricostruire la vicenda. Per quanto riguarda le piccole imprese “si poteva discutere su un utilizzo più agevole degli istituti contrattuali che già oggi esistono, perché tanti strumenti lo permettono, forse anche troppi. Ma di fronte a queste proposte è arrivato un emendamento che di fatto reintroduce i voucher nella forma originaria, cioè come lavoro non contrattualizzato che prescinde, quindi, dagli strumenti della contrattazione collettiva. È invece nei contratti collettivi che troviamo la retribuzione oraria, la possibilità di avere una contribuzione piena, i diritti fondamentali come malattia, maternità o ferie. Un altro problema – conclude – è che il nuovo strumento, pur definendo quantitativi massimi per le imprese, non specifica quali sono le fattispecie di lavoro occasionale”.