“Vinci la crisi con lavoratori interinali a contratto rumeno. Cosa stai ancora aspettando: risparmia il 40% e beneficia della massima flessibilità ! Ed in più : Niente Inail - Niente Inps - Niente malattia - Niente infortuni - Niente TFR - Niente consulenti - Niente tredicesima - niente 14° - No problems ! Alla Tua Azienda non rimane che pagare 11 mensilità e non 14 più Tfr (e contributi) come stai facendo...ed in più: Niente anticipo di Iva perché le nostre fatture sono comunitarie"

Il virgolettato qui sopra non è uno scherzo, ma è il testo di un volantino promozionale rivolto alle aziende della provincia di Modena e segnalato alla Cgil locale che lo ha reso noto con un comunicato stampa, dopo averlo segnalato alla magistratura e all’Ufficio del Lavoro. “Un caso straordinario per dimensione, crudezza e cinismo, palese illegittimità, con fasulla "maschera europea" – commenta la Cgil di Modena - supersfruttamento irregolare e caporalesco del lavoro, nel nome del ‘superare la crisi riducendo i costi’”. Il caso – annuncia il sindacato - sarà segnalato anche al Ministro del Lavoro.

Ma questo ultimo caso clamoroso si inserisce in un contesto tutt’altro che nuovo a fenomeni di illegalità e sfruttamento. “La recentissima presentazione del Rapporto Unioncamere sulla 'economia illegale in Emilia-Romagna', si apre mettendo a fuoco 'criminalità organizzata e nuove frontiere del business' nei nostri territori, con le preoccupanti (ed alcune inedite) peculiarità modenesi, reggiane e romagnole. Sancisce primati deteriori, già emersi e segnalati anche dal sindacato, che coinvolgono il riciclaggio, la creazione di imprese fittizie, cooperative fasulle, episodi crescenti di corruzione, reati ambientali, fino alle inedite dimensioni nell'impiego della cosiddetta 'manovalanza arruolata fra disoccupati e precari'".

“Ma dalle autorevoli ricerche, emerge con maggior forza la necessità urgente di aggiungere un nesso essenziale, finora sottovalutato, fra penetrazione malavitosa nelle nostre economie del territorio e deregolamentazione massiccia dei rapporti e modalità di lavoro", continua la nota sindacale. “I dati delle irregolarità da record rilevati dalle attività ispettive nei luoghi di lavoro in queste province, sono solamente un segnale sintomatico di un fenomeno crescente, sempre più diffuso, poco contrastato e anzi sempre più 'proposto ed accettato' da settori imprenditoriali che considerano facoltativo il lavoro legale e regolare. Il tutto sempre più condito dalla fornitura diretta di mano d'opera sfruttata ed asservita dai tanti ricatti”.

La Cgil Modena si riferisce in particolare "alle squadre offerte ai cantieri del sisma (8 euro/ora tutto compreso), già denunciate dalla Cgil alla magistratura; alle squadre di lavoratori calabresi inseriti nei subappalti come si legge in Aemilia; fino alla documentata mano d'opera casalese inviata per gestire interi filoni produttivi nel nostro agroalimentare”.

"Siamo ad un limite che umilia la cittadinanza del lavoro e la dignità di tutti - conclude il sindacato modenese - La denuncia ed il respingimento di queste pratiche deve arrivare, a voce alta, da ogni rappresentanza che sta nel territorio: istituzioni, imprenditori, professionisti, partiti ed associazioni civili”.