... presentato all’inaugurazione del Prix Italia. Questo ricordo mi ha accompagnato nel nuovo lavoro che ho realizzato per l’inaugurazione dello stesso Prix Italia, un anno dopo, il 19 settembre del 2010. Non è mai facile trovare la strada per ripetere un successo. Puntualmente ripresentatosi. Potevo raccontare la seconda tappa del Prix Italia a Torino sui 150 anni dell’Unità d’Italia con la musica, dagli inni al melodramma alle canzoni; e poi però dovevo lavorare con le immagini e non volevo percorrere solo la strada rievocativa del passato; o meglio quel passato desideravo farlo rivivere. La serata del 19 settembre 2010 nel gremito Teatro Carignano non la dimenticherò mai. Giovani e meno giovani entusiasti, che spero torneranno nei prossimi appuntamenti in giro per l’Italia.

La storia ci racconta di italiani che hanno compiuto un cammino non lunghissimo: cos’è in fondo un secolo e mezzo? La fotografia, poi il cinema e quindi la televisione hanno avuto la potenza di moltiplicare le loro storie. Li possiamo dunque vedere, gli italiani, com’erano nell’Italia appena unita e soprattutto dopo, quando nel nostro paese sono cominciate le rappresentazioni senza fine di persone, spostamenti, nuovi radicamenti, trasformazioni; una realtà in continuo movimento tra entusiasmi, delusioni, illusioni, tragedie, commedie, scommesse, fermate e riprese.

Concerto italiano si regge sul presupposto che immagini note o poco note si possano “risvegliare” e proporre occasioni per sguardi incuriositi ed emozioni diverse. Concerto italiano deve molto ai documenti che ho trovato nella Teche della Rai. Grazie a loro e alle sollecitazioni che ne provengono è possibile creare un racconto senza finzioni eppure denso di apparizioni che sembrano appartenere a un grande film, a un grande spettacolo. Parlano le persone e i fatti. E io stesso, mentre lavoravo, sono stato spiazzato da quel che trovavo: fare gli italiani è un lungo viaggio che non si è ancora concluso.

Gli italiani che compaiono nel mio film doc sono irrequieti, arrabbiati, ma anche privi di illusioni facili, intendono sapere cosa possono fare per il nostro paese. A loro dedico il mio doc. Il nuovo film a cui sto lavorando si chiamerà invece L’Italia che verrà: appuntamento a settembre del 2011, se va tutto bene.