L’ultimo supplemento di Le Monde dedicato a economia e imprese contiene un dettagliato approfondimento sul nuovo contratto firmato nei giorni scorsi tra la direzione di Fiat Chrysler Automobile (Fca) e il sindacato americano del settore auto (Uaw). Il contratto dovrà essere approvato dai 40.000 dipendenti americani del gruppo e – secondo quanto fatto trapelare dai dirigenti del sindacato – sarà il riferimento per la contrattazione nelle altre due grandi imprese automobilistiche statunitensi, la General Motors e la Ford. In attesa di conoscere il parere della stampa specializzata, a partire da Automotive News e dalle altre riviste del settore, sui dettagli di questo accordo, che riguarda un’impresa dalla presenza ancora significativa nel nostro paese, ci pare utile considerare le opinioni espresse al riguardo da uno dei più importanti quotidiani nel panorama internazionale, una voce di norma molto attenta alle vicende delle grandi imprese e delle multinazionali.

Già dal titolo (“Paghe migliori per i dipendenti dell'automobile in America”), si intuisce che Le Monde pone l'enfasi sugli aumenti salariali stabiliti da Sergio Marchionne e da Dennis Williams, anche se si precisa subito che ai vantaggi per i dipendenti, cioè aumenti salariali e incrementi nella partecipazione agli utili, si accompagnerà il sacrificio di un’ulteriore delocalizzazione di produzioni in Paesi a costo del lavoro più basso, in questo caso il Messico. In effetti, dopo un lungo periodo di difficoltà, la situazione del mercato automobilistico sembra in miglioramento, sia per produzione e vendite, sia per gli utili nei bilanci delle "big three" americane. Il nuovo contratto ambisce a rappresentare questo andamento positivo, tuttavia non metterà la parola fine al sistema delle retribuzioni a due velocità (alte per tutti gli assunti prima della grande crisi, più basse per i nuovi assunti), sistema introdotto in Fca già dal 2009.

Attualmente, i lavoratori più giovani ricevono una paga oraria media di 15 dollari, a differenza di quelli più anziani, che percepiscono 28,5 dollari l'ora. Non è secondario sottolineare che i primi rappresentano oggi il 44% dei dipendenti Fca negli Stati Uniti e circa il 20% dei dipendenti di Ford e GM, circostanza che contribuisce a spiegare il recupero di capacità competitività dei costruttori americani rispetto ai competitori stranieri. Le Mondecita poi un noto studio del Center for Automotive Research, secondo cui il costo orario di un dipendente Fca è ormai quasi al livello dei 48 dollari degli stabilimenti americani di Toyota e Honda, dove però il sindacato non è presente.

Come ricordato, l'accordo in questione non permetterà di giungere a una parificazione dei trattamenti tra vecchi e nuovi assunti, ma si prefigura l'obiettivo di ridurre il divario esistente attraverso due meccanismi che riguarderanno i lavoratori che ora percepiscono retribuzioni più basse: da un lato, essi avranno aumenti salariali più consistenti e, dall'altro lato, la partecipazione agli utili di impresa sarà per loro più favorevole rispetto ai colleghi anziani.

Per gli operai più anziani, l'accordo prevede una crescita salariale del 3% nel primo anno di vigenza del contratto e di un altro 3% nel 2018, per raggiungere alla scadenza la cifra di 30 dollari di paga oraria. I lavoratori più giovani vedranno la paga oraria crescere a 17 dollari nel primo anno, per giungere a 22 dollari alla scadenza. A regime, quindi, il divario attualmente esistente tra la paga oraria dei giovani e quella dei lavoratori più anziani dovrebbe ridursi a 8 dollari, rispetto ai 13,5 di oggi.
 

 

L'accordo istituisce anche un nuovo modo di calcolare il premio di partecipazione agli utili. Ogni anno i lavoratori percepiranno 800 dollari per ogni punto di margine operativo conseguito da Fca, margine che al secondo trimestre di quest'anno ha raggiunto il 7,7%. Per gli ultimi assunti, cioè i lavoratori meno pagati, è previsto un meccanismo per il quale una crescita del margine dell'8% produrrà per loro un bonus di 1000 dollari; in caso di crescita del margine oltre il 10%, il bonus salirà a 4.000 dollari. Nessun premio sarà versato se il margine sarà sotto il 2%. Se l'accordo otterrà l'approvazione da parte dei dipendenti, ognuno riceverà 3.000 dollari una tantum.

Oltre alle questioni retributive, l'accordo contiene l'impegno di Fca a realizzare un piano di investimenti negli Stati Uniti di 5,3 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni, una cifra inferiore di 400 milioni rispetto al volume complessivo di investimenti realizzati dall'impresa dal 2009 a oggi. Il nuovo piano si pone l'obiettivo di concentrare la produzione statunitense sui veicoli a più alto valore aggiunto, per esempio i pick-up e i 4X4, delocalizzando le attività dei veicoli meno profittevoli in aree del mondo a più basso costo. Saranno dunque i dipendenti di Fca nel Messico, in cui i costi di produzione sono certamente più vantaggiosi, a costruire in futuro berline e modelli come la Dodge Dart e la Chrysler 200.

Secondo il leader del sindacato United Auto Workers, l'accordo firmato con Fca potrà rappresentare un riferimento per i negoziati con Ford e General Motors. Se seguiranno lo stesso schema, quei negoziati potranno concludersi con risultati salariali più consistenti per i lavoratori. Infatti, tra le "big three" proprio Fca presenta gli utili più bassi, visto che il margine operativo di Ford è dell'11,1% e quello di General Motors del 10,5%. Le Monde parla di grano da macinare per il sindacato americano dell'auto. Certo, gli ultimi dati illistrano un mercato dell'automobile in ripresa più o meno generalizzata, mentre le oscillazioni nelle variazioni periodiche di vendite e fatturato sembrano essere tornate stabilmente nella norma. Si vedrà nel breve e nel medio periodo, così come andranno valutate la situazione e la prospettiva dell'insieme del gruppo Fca e dunque anche di ciò che avverrà nei siti italiani.

Non vi è nessuna certezza sul fatto che l'inversione di tendenza abbia già i caratteri della strutturalità, così come ancora è prematura una valutazione sugli effetti nel mercato mondiale dello scandalo Volkswagen. Ciò che certamente si può dire è che se la tendenza alla ripresa si consoliderà, allora occorrerà far ripartire e funzionare il sistema di relazioni, e quindi puntare a raggiungere accordi win-win con vantaggi per tutte le parti contraenti. Per questo, in Italia come altrove, è indispensabile rivitalizzare la contrattazione e riconoscerne il valore per l'efficacia del sistema economico, per l'effetto di giustizia sociale, per la funzione di redistribuzione delle risorse e della ricchezza, per il contemperamento di importanti interessi diversi. Un disegno strategico per il quale servono obiettivi condivisi, regole chiare ed esigibili, volontà costruttiva di tutte le parti.

* Coordinatore Area politiche europee e internazionali della Cgil