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"È intollerabile la spaccatura esistente tra Nord e Sud del paese sul fronte dell'università". Così il segretario confederale della Cgil, Gianna Fracassi, commenta i dati del Rapporto 2015 della Fondazione Res "Nuovi divari. Un'indagine sulle università del Nord e del Sud". Sul Mezzogiorno, spiega, pesano "in modo ancor più preoccupante che sul resto della penisola la carenza di risorse, che porta il 40 per cento degli studenti idonei a non ottenere una borsa di studio, il calo delle immatricolazioni, la riduzione dei finanziamenti per il sistema universitario. Il Governo deve intervenire subito, a partire dal ddl stabilità, sul diritto allo studio".
Saranno questi i temi al centro dell'iniziativa "Università: ripartiamo dal Mezzogiorno", promossa dalla Cgil nazionale, nell'ambito della campagna "Laboratorio Sud, idee per il Paese", che si terrà mercoledì 16 dicembre a Roma (ore 9.30, presso il Centro congressi Cavour). Concluderà i lavori il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.
"L'università – conclude la dirigente sindacale – è senza dubbio uno dei punti deboli del sistema formativo del Mezzogiorno, e questo deficit non può che alimentare un drammatico circolo vizioso, ripercuotendosi anche sull'occupazione e sull'economia del territorio. Per questo, tra le proposte e le richieste della nostra vertenza nazionale 'Laboratorio Sud', chiediamo risorse aggiuntive per il diritto allo studio, una legge quadro nazionale e il rafforzamento delle università meridionali, a partire da un piano straordinario per il reclutamento di docenti e giovani ricercatori".