“La mobilitazione unitaria dell’intero settore rappresentato dalla Fillea è un fatto molto importante. Si tratta, infatti, della continuazione ideale e concreta di quanto in questi anni abbiamo messo in campo unitariamente per contrastare la crisi più devastante che ci ha colpito dal dopo guerra a oggi. Una crisi che, va ricordato, ha ridotto il comparto a una dimensione che, per quanto riguarda occupati e volumi produttivi, è di oltre il 40 per cento inferiore rispetto al 2008”. Così Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil, commenta con Rassegna la mobilitazione con presidi che il 27 novembre attraversa tutto il paese.

Rassegna Cosa occorre fare per uscire da questa impasse?

Schiavella Oltre alla protesta sacrosanta dei lavoratori, in questi anni abbiamo individuato una strategia per contrastare una crisi che per noi non è solo congiunturale, ma anche strutturale. Questo significa che è necessaria una politica per indirizzare la riconversione del settore con politiche industriali e di investimento orientate a un modello sostenibile di sviluppo, con la riduzione del consumo del suolo, la messa in sicurezza urbana e del territorio e la ricomposizione dell’equilibrio nel mercato immobiliare tra esigenze sociali e quelle degli imprenditori. Sul tema della sostenibilità nei nostri comparti lo scorso 25 novembre abbiamo presentato insieme a Legambiente un importante rapporto.

Rassegna Molti di questi temi sono anche presenti nel Piano del lavoro della Cgil…

Schiavella Certamente. Il Piano del lavoro della Cgil taglia orizzontalmente tutti i nostri comparti e siamo orgogliosi di avervi contribuito. Già nel nostro Piano del 2013 avevamo fatto una scelta molto coraggiosa per un sindacato come il nostro che rappresenta tanti muratori: quella di sganciare il rilancio dell’edilizia dal semplice costruire case, per rimettere il mondo della produzione in connessione con la cura, la salvaguardia e il rispetto dell’ambiente e del territorio.

Rassegna Eppure il governo rivendica novità e cambiamenti per far ripartire il paese. Cosa pensi delle diverse leggi e proposte dell’esecutivo?

Schiavella Le risposte date finora non sono state adeguate. Non è un’opinione, lo dimostrano i fatti. A settembre 2014 la produzione ha fatto registrare un’ulteriore pesante riduzione, nonostante quanto si sta dicendo e sbandierando sulla presunta efficacia degli interventi messi in atto. Questi dati dimostrano invece che gli interventi rivendicati o sono parziali o si rivelano semplici promesse. Il che è evidente anche dal fatto che nei nostri settori crescono vertiginosamente illegalità, lavoro nero, infiltrazioni mafiose. Nulla davvero è cambiato da questo punto di vista; anzi, vediamo una netta continuità con il passato nello Sblocca Italia, nella delega sul lavoro e nella legge di Stabilità.

Rassegna Non c’è proprio nulla di nuovo?

Schiavella Ci sono delle procedure che teoricamente potrebbero produrre risultati ma che si risolvono in pannicelli caldi visto che i provvedimenti di spesa prevedono interventi spalmabili su tre o addirittura sette anni (come quelli che dovrebbero affrontare il dissesto idrogeologico). Se invece si vuole davvero cambiare qualcosa, bisogna subito mettere in campo un ingente volume di investimenti da qui a sei mesi, capaci di riattivare il lavoro individuando priorità precise. Ecco, rispetto a tutto questo vediamo solo annunci ma nessuna decisione certa e concreta.

Rassegna Come incidono i provvedimenti del governo contenuti nelle leggi che citavi nei settori rappresentati dalla Fillea?

Schiavella Siamo chiaramente di fronte a un’azione di riduzione degli strumenti di tutela e dei diritti. A cominciare dal decreto Poletti che, all’articolo 4, di fatto vanifica l’efficacia del Durc. Nello Sblocca Italia, poi, si persiste nell’attivazione di deroghe straordinarie, mentre nel Jobs Act si abbassano le tutele: si immagina, per esempio l’introduzione dei voucher, ma non si dice come contrastare le partire Iva e si indebolisce la struttura della responsabilità solidale negli appalti. In sostanza si continua con un’azione deregolatoria e non si fa nulla per avere regole più chiare e trasparenti che è ciò di cui il settore avrebbe davvero bisogno, soprattutto in materia qualificazione delle imprese private, di gestione del mercato del lavoro e di norme sulla sicurezza e sul lavoro che spesso vengono eluse per un’insufficienza di controlli e l’attacco al ruolo e alle funzioni pubbliche degli organi di controllo. Infine, bisogna sottolineare che in un settore segnato dalla crisi come il nostro, la mancanza di risorse certe per i nuovi ammortizzatori sociali e la non volontà del governo di rivedere la riforma delle pensioni targata Fornero – neanche per i lavori più gravosi – genera per il lavoratori una situazione che rischia di diventare insostenibile.

Rassegna Che posto occupa la vostra manifestazione nel percorso che porterà allo sciopero generale del 12 dicembre indetto da Cgil e Uil?

Schiavella Un posto importante. Il fatto di scendere piazza con le categorie di Cisl e Uil è figlio della storia di un percorso unitario costruito nel tempo e che abbiamo inserito nella nostra piattaforma. Sono contenuti ad ampio spettro: un tassello fondamentale di quel movimento di mobilitazione che abbiamo costruito come Cgil e che ci porta, come dicevi tu, allo sciopero generale del 12 dicembre. I nostri punti di forza stanno nei contenuti e nel fatto che li proponiamo autonomamente rispetto al quadro politico attuale, con l’obiettivo di allargare il nostro consenso verso giovani, disoccupati e precari. La decisione della Uil di scioperare con la Cgil è un fatto molto importante e siccome l’appuntamento di dicembre non sarà conclusivo e la lotta dovrà proseguire, speriamo che il piccolo mattone che poniamo con questa iniziativa unitaria possa essere utilizzato per costruire il prima possibile una lotta unitaria e per allargare il consenso nel paese.