Contratto subito, per riconoscere un diritto dei lavoratori e per migliorare i servizi pubblici ai cittadini. Sono queste le ragioni della mobilitazione messa in campo dai lavoratori del servizio pubblico e che, dai luoghi di lavoro e dai territori, porterà alla manifestazione di Roma in programma sabato 28 novembre. L'obiettivo, secondo i sindacati di categoria, è garantire ai lavoratori e alle lavoratrici del pubblico il “sacrosanto” diritto al rinnovo di un contratto scaduto da oltre sei anni e, per questa via, tutelare i servizi pubblici, vessati ancora una volta dai tagli della legge di Stabilità. 

A parlarne è stata la segretaria generale della Fp Cgil, Rossana Dettori, ai microfoni di Radio Articolo 1. “Abbiamo duramente criticato la legge di Stabilità per lo stanziamento sul rinnovo dei contratti, pari a 291 milioni di euro, e per i tagli pesantissimi ai servizi pubblici, agli enti locali e alla sanità”. Mettendo insieme le due cose, Dettori avverte: “Stiamo andando verso una situazione in cui i diritti dei lavoratori e dei cittadini in questo paese sono messi davvero seriamente a rischio”.

Da qui il bisogno di 'tenere insieme', in una stessa battaglia, lavoratori e cittadini contro questo arretramento progressivo dello Stato. La mobilitazione per il #ContrattoSubito punta il dito contro il blocco del turnover - e la beffa di una staffetta generazionale limitata al 25% -, i tagli al Sistema sanitario nazionale, la scure sugli enti locali, il blocco della contrattazione non solo nazionale ma anche integrativa, il taglio del salario accessorio, e altro ancora. Misure che, oltre la retorica di governo, non si traducono con innovazione ed efficienza. Un cambiamento, quest'ultimo, possibile solo attraverso la riapertura della stagione contrattuale.

“Abbiamo deciso con Cisl e Uil - spiega Dettori - di avviare un grande percorso di mobilitazione che parte  adesso con assemblee in tutti i luoghi di lavoro per spiegare ai lavoratori perché è necessario il rinnovo del contratto. Se si vuole fare davvero la riforma della Pa bisogna partire dagli strumenti di cui il contratto si dota per la riorganizzazione dei servizi. In più c'è una richiesta economica che è molto lontana da quella che ci propone il governo”.

Quanto alla rivendicazione economica, la segretaria generale della Fp Cgil, precisa: “Per noi significa 150 euro di aumento medio con produttività e riconoscimento professionale, altro che l’equivalente di una mancia come vorrebbe il Governo”. Per il rinnovo del contratto, per una riforma della Pa fondata sulla partecipazione di lavoratori e di cittadini, la mobilitazione prevede un crescendo fino alla manifestazione nazionale a Roma il 28 novembre. “Se per allora, nessuna risposta verrà data alle rivendicazioni avanzate da Cgil, Cisl e Uil, arriveremo allo sciopero”, fa sapere Dettori.