Nel breve termine i conti dell'Italia non sono a rischio. E' quanto sostiene la Commissione europea nel suo Rapporto sulla sostenibilità delle finanze pubbliche dei 27 Stati membri. Il nostro Paese, si legge nel Rapporto, non sembra correre alcun rischio di bilancio nel breve termine". I rischi sono invece giudicati "medi" nel medio termine, e "bassi" nel lungo termine a patto che "le politiche di risanamento siano realizzate appieno".

Dunque "la sostenibilità dei conti pubblici è condizionata alla piena implementazione dell'ambizioso consolidamento fiscale e al mantenimento del surplus primario ben oltre il 2014", aggiunge il Rapporto Ue. Un obiettivo, quello del raggiungimento dell’avanzo primario entro il 2014, che la Ue giudica comunque “piuttosto impegnativo sia guardando agli standard internazionali, sia a quelli storici del Paese". Per questo "serve una forte determinazione per evitare cedimenti sul fronte fiscale". La Commissione insiste sul fatto che la sostenibilità dei conti pubblici sarebbe di nuovo a rischio “se si tornasse ai valori di avanzo primario strutturale del passato".

Nelle previsioni economiche d'autunno, la Commissione stima che il bilancio primario italiano raggiungerà lo 0,8% nel 2014.

La Commissione ricorda che il debito pubblico italiano aveva toccato il 120,7 per cento del Pil lo scorso anno e che è previsto al 126,5 per cento nel 2014. Peraltro "i rischi sarebbero molto maggiori - avverte Bruxelles - se l'avanzo primario tornasse a valori più deboli, simili a quelli visti nella media del periodo 1998-2012. Per questo, l'obiettivo chiave dovrebbe essere quello di concentrarsi risolutamente sulle misure volte a garantire la sostenibilità e a ridurre il debito".

Quanto alle pensioni, la Ue sottolinea che, grazie alla legge approvata l’anno scorso dal governo Monti, “in Italia il costo dell'invecchiamento della popolazione è sceso di 0,8 punti di Pil e i rischi per i conti ad esso connessi sono limitati”.