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Secondo i dati recenti, resi noti dall'Alto Commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite, sono 4707 i morti e oltre 10mila i feriti della guerra nelle regioni dell'est dell'Ucraina, mentre il ministero ucraino della Difesa ha comunicato che sono 917 i militari morti finora nel conflitto nell'est del paese contro i separatisti, mentre il numero dei feriti è di 3318.
E' la fotografia della situazione che si vive oggi, nel cuore dell'Europa: un bilancio tremendo che viene completato da un pesante peggioramento delle condizioni di vita della popolazione e dalla rilevazione di continue violazioni dei diritti umani, tra cui uccisioni, torture, rapimenti e lavoro forzato.
A questi drammi si accompagna una situazione economica molto difficile: il Pil nel 2014 è sceso di sette punti percentuali, mentre cala del 10 % la produzione industriale e l'inflazione supera il 20'%. Inoltre la guerra nelle regioni dell'est ha provocato la chiusura di varie miniere di carbone, che oggi deve essere importato.
Alla situazione ed ai problemi dell'Ucraina, alle sanzioni a Mosca, alla crisi del rublo e al prezzo del petrolio è dedicata la riunione odierna del Consiglio Europeo a Bruxelles (il primo gestito dal polacco Donald Tusk). Si parlerà quindi degli effetti delle sanzioni a Mosca e delle ripercussioni sull'economia europea, ma anche direttamente su quella ucraina.
Nel frattempo il governo di Mosca ha annunciato il taglio del 10% della spesa pubblica, mentre crolla il potere d'acquisto dei cittadini russi. Le sanzioni colpiscono anche chi esportava in Russia: nel 2013 il totale degli scambi commerciali di Russia e UE sono stati superiori a 326 miliardi di euro.
E' evidente che la situazione ucraina si colloca in un contesto di relazioni geopolitiche più complesso, che chiama in causa, oltre all'Europa, Stati Uniti e Nato, ma l'esperienza ci insegna che se la soluzione della crisi ucraina è complessa, essa deve essere ricercata con un percorso pacifico.
Per dirla con le parole di un documento della Confederazione Europea dei Sindacati: "E' necessario un intervento urgente di de-escalation della crisi in Ucraina e occorre dare speranza per un futuro migliore per i lavoratori e le loro famiglie, che sono le prime vittime della destabilizzazione sociale, economica e politica. L'Unione europea deve svolgere un ruolo pieno e generoso nel portare ad una soluzione pacifica che rispetti i diritti costituzionali e gli obblighi internazionali. In particolare, a tutte le minoranze devono essere garantiti i diritti come stabilito dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo”.
* Responsabile Segretariato Europa Cgil