“Spiace verificare che Roberto Formigoni è del tutto disinformato rispetto allo stato dell’arte riguardo la modifica del sistema di reclutamento degli insegnanti in Trentino, sistema che cita a sproposito”. Replica così la Flc del Trentino, per bocca della sua segretaria Gloria Bertoldi, alle esternazioni del governatore della Lombardia, che il 5 aprile scorso dalle pagine del suo sito web www.robertoformigoni.it, sottolineava come il Trentino avesse adottato un sistema assimilabile a quello lombardo e che, soprattutto, fosse ben più avanti nella sua realizzazione.

“In primo luogo – prosegue Bertoldi –, a differenza della Lombardia, che il 4 aprile ha approvato le nuove norme in materia, la Provincia autonoma di Trento non ha ancora emanato alcun atto amministrativo, ma ha invece aperto un confronto con le organizzazioni sindacali nel rispetto del dialogo sociale e con l’obiettivo di giungere a un modello condiviso sul territorio. E questa non è l’unica differenza. In Trentino infatti il modello Lombardia non è all’ordine del giorno: quello che stiamo discutendo è un sistema che si fonda sui principi costituzionali dei concorsi pubblici aperti a tutti gli aventi titolo e incardinati sull’istituzione che gestisce le graduatorie per la scuola a carattere statale, ossia la Provincia, e non sui singoli istituti”.

Insomma: Formigoni, a giudizio della Flc del Trentino, farebbe opera di disinformazione per scaricare su altri il peso delle polemiche interne alla Lombardia. “Non possiamo che prenderne atto – commenta ancora la segretaria Flc provinciale –, ma va precisato che quello a cui stiamo partecipando in Trentino come sindacati, è un processo del tutto inverso a quello adottato dalla sua giunta. Anche per questo continuiamo il confronto con l’amministrazione trentina: siamo infatti consapevoli che da un modello di relazioni sociali più avanzato e grazie alla partecipazione di tutto il mondo della scuola, in Trentino dovrà nascere una condivisione larga a una riforma del sistema di reclutamento che valorizzi la professione docente – a partire dagli attuali precari, passando per i non ancora abilitati e fino agli insegnanti futuri –, ma anche e soprattutto che qualifichi la scuola nella sua fondamentale funzione di propulsore dello sviluppo civile, culturale, sociale ed economico per la comunità e i suoi cittadini”.