I sindacati dei tassisti hanno proclamato una giornata di fermo nazionale del settore per martedì 21 novembre, nell’occasione si terrà anche una manifestazione a Roma. La protesta, spiegano le sigle (tra cui la Unica Taxi Cgil), è legata alla “concorrenza sleale di vettori esercenti di fatto l'attività di servizio taxi, senza però essere sottoposti alle medesime regole a tutela del servizio pubblico”. I sindacati rilevano che “questa situazione oggi è aggravata dall'apparire sul mercato di multinazionali che stanno trasformando quelli che erano e sono fenomeni di insopportabile abusivismo in vero e proprio ‘caporalato digitale’. Il fenomeno, come già evincibile da recenti fatti di cronaca, non va in dispregio soltanto del servizio pubblico e dei diritti sul lavoro, ma finanche dell'incolumità degli utenti, per la confusione che va ingenerandosi a loro danno”.

Il governo, sottolineano le organizzazioni dei lavoratori, si era impegnato lo scorso febbraio “all'emissione entro trenta giorni del decreto attuativo interministeriale ex legge 22 maggio 2010, n. 73” e i tassisti italiani, “rassicurati da ciò, responsabilmente interruppero le proteste spontanee in atto in quei giorni. Tuttavia a oggi la regolamentazione che da quel decreto avremmo dovuto avere al fine di riaffermare la legalità nel settore, combattere i fenomeni di abusivismo e normare le piattaforme tecnologiche, è rimasta una vana promessa che assume ogni giorno che passa il sapore della beffa”.