Fermare le venticinque grandi opere individuate dal programma di investimenti pluriennale, denominato Connettere l’Italia, “produrrebbe un danno grave al Paese”. Lo afferma Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil, dopo l’approvazione dell’ordine del giorno anti-Tav da parte del consiglio comunale di Torino.

Per Genovesi con il blocco delle grandi opere infrastrutturali “si allargheranno ulteriormente i divari tra noi e il mondo e, soprattutto, si ridurrà inevitabilmente la capacità competitiva del nostro tessuto produttivo. A pagare il conto sarebbero solo cittadini e lavoratori, a partire da quelli di Torino e del Piemonte”.

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“Da tempo come Fillea, ma anche e soprattutto come Cgil, chiediamo che sia superata l’apparente alternativa tra grandi infrastrutture e infrastrutture secondarie” prosegue Genovesi, che ricorda: “Lo abbiamo ribadito anche nella piattaforma unitaria approvata il 22 dagli esecutivi unitari nazionali di Cgil, Cisl e Uil, in cui abbiamo indicato le priorità del sindacato per la legge di bilancio”.

Tra queste, continua, “abbiamo indicato gli investimenti pubblici come prima leva per generare una crescita sostenuta. In particolare rivendichiamo unitariamente la necessità del completamento delle grandi opere – che connettono il Paese, ne rappresentano la spina dorsale e lo collegano al resto dell’Europa – e degli investimenti per un piano straordinario sulla manutenzione delle infrastrutture esistenti contro i rischi connessi al dissesto del nostro territorio, anche in questi giorni, sotto gli occhi di tutti. Questa è la posizione ufficiale della Cgil che, insieme a Cisl e Uil, chiede che siano il lavoro e lo sviluppo ad essere messi al centro dell’agenda politica di tutti, governo nazionale e governi locali”.