Qualcosa si muove sotto il cielo di Piombino. Un po’ a sorpresa, Cevital ha ceduto il gruppo Aferpi al gigante dell'acciaio indiano Jindal. Dopo settimane di attese, tra mille voci e scenari immaginati, su tutti quello del commissariamento dello stabilimento ex Lucchini di Piombino. Un commissariamento che sarebbe arrivato dopo un lungo capitolo che, se prima aveva suscitato grandi speranze, è stato poi altrettanto carico di delusioni. Ma il ministro Calenda (oggi a Piombino, alle ore 17, per presentare il progetto alla cittadinanza) ha deciso di voltare pagina, cercando una nuova proprietà in grado di mantenere gli impegni disattesi da Issad Rebrab.

Nell’incontro al ministero dello Sviluppo economico di giovedì 22 è stato raggiunto un accordo di massima per la cessione degli stabilimenti, con gli impegni, gli obblighi, gli accordi di programma e le concessioni che facevano parte del precedente accordo con Cevital. L'accordo non è certamente definitivo: dopo la firma formale, che viene apposta oggi (venerdì 23 febbraio), l’accordo dovrà essere ratificato dai rispettivi consigli di amministrazione. Sarà poi necessaria una fase di due diligence per permettere a Jindal di conoscere lo stato dello stabilimento piombinese, che si concluderà con il closing previsto per il 31 marzo e la successiva approvazione del ministero. Fatto questo, potrà partire il confronto sindacale riguardo il piano industriale e gli investimenti necessari per il rilancio dell'impianto.

“Riteniamo positivo che si sia arrivati a questa soluzione in questo modo, evitando quello che poteva essere un contenzioso legale contro Cevital lungo e pieno di incognite” dichiarano Rosario Rappa (segretario nazionale Fiom Cgil) e Mirco Rota (coordinatore nazionale Fiom per la siderurgia): “Ora vogliamo chiarezza, a partire dalla presentazione di un chiaro piano industriale e precise rassicurazioni sull'occupazione. Si apre una nuova fase, nella quale confrontarsi con la nuova proprietà per prevedere, a partire appunto dall'atteso nuovo piano industriale, il ritorno per Piombino a colare acciaio, garantendo l'occupazione di tutti i lavoratori diretti e dell'indotto”. Rappa e Rota rimarcano che "questo significativo e importante risultato è frutto dell'iniziativa di lotta e di mobilitazione dei lavoratori di Piombino, e dell'impegno, che va riconosciuto, del governo e delle istituzioni locali, Regione Toscana e Comune di Piombino".

Positivo anche il giudizio di Dalida Angelini, segretario generale della Cgil Toscana: "Una buona notizia, pur con tutta la prudenza del caso. Per questo risultato si devono ringraziare certamente le istituzioni centrali, regionali e locali, ma soprattutto le maestranze e le loro rappresentanze sindacali che hanno tenuto duro, che hanno, un giorno dietro l’altro, con le loro iniziative di mobilitazione e di lotta, rivendicato il loro diritto al lavoro e il diritto al futuro di un intero territorio. Ora si è aperta una fase nuova, è tornata percorribile la strada che potrà condurci a produrre, di nuovo, acciaio a Piombino. La vertenza è ben lungi dall’essere conclusa e la Cgil sarà, come sempre è stata, al fianco delle maestranze e del territorio perché neanche un posto di lavoro si perda”.

Con il passaggio a Jindal, si chiude la pagina della gestione di Cevital. Lo sbarco degli algerini a Piombino è del dicembre 2014. Il gruppo fu scelto dal comitato di sorveglianza del gruppo Lucchini e preferito a Jindal, che già aveva manifestato interesse al complesso siderurgico. La riattivazione del laminatoio e del treno rotaie dell'impianto, nel 2016, passa per molti ''step'': un accordo con i sindacati per la riassunzione di tutti i 2.200 lavoratori e 132 milioni di fondi previsti dall'accordo di programma con il ministero dello Sviluppo economico. Ma già nel 2016 iniziano i problemi finanziari della neonata società Aferpi. Il richiamo a Cevital da parte del governo porta a giugno 2017 alla firma di un accordo per il prolungamento dell'amministrazione straordinaria al 2019, e dei contratti di solidarietà fino alla fine del 2018, sulla base di un cronoprogramma che, tuttavia, Aferpi non riesce a rispettare. Fino all'accordo raggiunto con Jindal, che dà nuovamente un futuro all'impianto di Piombino.